sport invernali

L’annuncio di Roda: «Ai Giochi solo per scelta dei tecnici»

Le convocazioni per Pyeongchang non avverranno più per graduatoria di merito ma attraverso le scelte degli allenatori



MILANO. La stagione olimpica degli sport invernali si apre con un annuncio rivoluzionario: le convocazioni per Pyeongchang non avverranno più, come da tradizione, per graduatoria di merito ma attraverso precise scelte dei tecnici federali. Lo ha stabilito il presidente della Fisi Flavio Roda, dopo aver ottenuto l’ok dal Coni, a Milano: «Abbiamo deciso in questo modo – spiega Roda – perché non può bastare un podio all’inizio della stagione, quando la condizione per molti atleti è approssimativa, per avere la certezza di un pass olimpico. Bisogna avere maggiore continuità durante la stagione e soprattutto arrivare in forma nel momento giusto. Per questo saranno i tecnici federali, all’ultimo momento, a diramare le convocazioni. Chi può farlo meglio di loro?».

Massima responsabilità ai tecnici dunque e poco spazio alle parole: perché è vero che nella scorsa stagione sono arrivati molti record (170 podi complessivi, 43 solo nello sci alpino) ma è altrettanto vero che la spedizione ai Mondiali di Sankt Moritz è stata salvata solo dal bronzo di Sofia Goggia in gigante. «È stata un’annata positiva – ammette Roda – ma abbiamo “bucato” l'appuntamento ai Mondiali. Sono convinto che ci siano tutte le carte per fare bene alle Olimpiadi: le piste coreane nel recente passato ci hanno già dato grandi risultati».

Ma Roda sorride anche per quanto fatto dietro la scrivania, non solo sulle piste: il bilancio è in attivo di 1.5 milioni di euro (con un preventivo in utile di un milione per il 2017) e debiti ereditati dalle precedenti gestioni potrebbero essere estinti con un anno di anticipo. Un bel biglietto da visita in vista delle elezioni federali del 2018.

All’incontro di Milano ha preso parte anche Alessandro Benetton, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali di Cortina 2012: «Saranno un evento sostenibile – ha detto – un’occasione importante per il Veneto e per l’Italia intera e un modo per lasciare un’eredità» in una cittadina come Cortina, considerata da Benetton «la perla delle Dolomiti che ha però perso un po’ di smalto per un mancato senso di visione».













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