Giannelli: «È giusto». Crippa: «Avrei preferito quest’anno»
Trento. Una decisione corretta, ma il posticipo ha fatto male comunque, soprattutto a chi coronava il sogno di una vita. Il rinvio delle Olimpiadi non ha fatto piacere agli sportivi nostrani. A...
Trento. Una decisione corretta, ma il posticipo ha fatto male comunque, soprattutto a chi coronava il sogno di una vita. Il rinvio delle Olimpiadi non ha fatto piacere agli sportivi nostrani. A partire da Simone Giannelli che ha già partecipato ai Giochi nel 2016 a Rio: «Credo che il rinvio di un anno dell’Olimpiade di Tokyo – spiega il palleggiatore di Trentino Volley e della Nazionale - sia stata una decisione sofferta per gli organizzatori e per l’intero comitato olimpico perché nella storia recente di questo evento mai era successo. Al tempo stesso penso che sia la decisione corretta, soprattutto pensando al momento che il mondo sta vivendo. Stiamo combattendo la partita più importante e dobbiamo essere uniti, anche nelle decisioni e nel senso di responsabilità. Disputare fra un anno i Giochi è il problema minore; è la soluzione migliore perché immagino sarebbe stato difficile affrontarli a luglio con uno spirito sereno. Nel 2021 mi auguro che avremo ritrovato tutti la giusta serenità e saremo ancora più felici di confrontarci, godendoci in pieno un evento che, parlo per esperienza personale, è il massimo che un atleta possa vivere. Ed è giusto che lo viva al massimo, senza angosce».
Lo sconforto di Yeman Crippa
Sconfortato pure Yeman Crippa, che le Olimpiadi le sogna da una vita e le assapora dal maggio dello scorso anno: «Non una bella notizia, anzi brutta, bruttissima. Si potrà pensare che sono un egoista ma avrei preferito almeno che i Giochi si facessero quest’anno, magari a ottobre o novembre. Bisogna riprogrammare tutto sperando che il virus si fermi. Pensiamo agli altri obiettivi, sperando che vengano confermati, dagli Europei di Parigi a quelli di cross a Dublino».
Per Tita è la scelta giusta
Il velista Ruggero Tita, dopo aver qualificato l'equipaggio italiano, aspettava solo l’ufficialità della sua partecipazione: «C'è molto rammarico ma a livello sanitario è la scelta giusta. Noi siamo nella fase più acuta del contagio ma in altre parti del mondo, come per esempio in Argentina, si è appena all’inizio e il ciclo terminerà molto dopo il nostro. Riunire tra qualche mese così tante persone provenienti da Paesi diversi con cicli e ceppi di virus diversi sarebbe stata cosa estremamente rischiosa. Soprattutto vari atleti come in Canada e Australia al momento sono fermi, altri invece si allenano anche se porte chiuse e l’Olimpiade non avrebbe messo tutti sullo stesso piano. Ora mi alleno a casa continuando la preparazione fisica a terra che è molto importante e lavoro con il mental coach sulla visualizzazione delle regate già fatte. Per questo ringrazio le Fiamme Gialle». PA.T.
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