TRENTO. Un passo alla volta. Lo striscione d’arrivo è ancora lontanissimo (anche perché le ambizioni portano a guardare lontano, molto lontano), ma le intenzioni e le aspettative, a quanto pare, sono molto chiare. Da sette mesi e mezzo Mauro Giacca e la sua nutritissima schiera di collaboratori lavorano sodo per riportare il Trento nelle categorie che gli competono dopo un decennio che definire “terribile” è puro eufemismo. I gialloblù sono quarti nel campionato di Promozione e la strada è ancora tutta in salita, ma Giacca e i suoi vogliono («scrivetelo con la “V” maiuscola», afferma deciso il vulcanico presidente a ribadire qualcosa di più di una semplice intenzione) arrivare.
Arrivare dove presidente?
Nel 2021 il Trento compirà 100 anni e l’obiettivo che il sottoscritto e il Cda si sono prefissati nel momento in cui è stato rilevato il titolo sportivo della “vecchia” società è da sempre stato quello di festeggiare il centenario in grande stile, in Lega Pro. Oggi la realtà dice che siamo in Promozione, però l’ambizione è quella di riportare il Trento tra i professionisti nel giro di un quinquennio, ovvero entro il 2020.
Non c'è male presidente, ma intanto è meglio pensare a quest’anno. Al momento siete solo quarti e vincere il campionato di Promozione non sarà semplice.
Nessuno di noi l’ha mai pensato. Abbiamo rilevato il titolo sportivo del fallito Trento Calcio 1921 il 26 giugno e, una quindicina di giorni più tardi, la Figc ha ufficializzato la nostra partecipazione al campionato di Promozione: la squadra è stata costruita quando tutte le altre società avevano praticamente chiuso il mercato e quindi, di conseguenza, non è stato semplice assemblare una rosa all’altezza della categoria e organizzare tutto nel giro di poche settimane. Siamo partiti da zero e, dunque, avevamo messo in preventivo che non sarebbe stato facile inganare immediatamente la marcia giusta. Detto questo potevamo e dovevamo fare meglio. Presidente, vogliamo i numeri del Trento.
Quanto avete speso per iniziare l’avventura, quanti soci ha attualmente la società, quanti sono gli sponsor e quanti i tesserati?
Non ho problemi a dirlo. L’investimento iniziale è stato di circa 150mila euro: 50mila per il titolo sportivo, altrettanti per le attrezzature, poi un 30mila per il pagamento dei debiti sportivi della vecchia società, compresi interessi e avvocati e 15mila per sistemare gli spogliatoi del “Briamasco” e la sede. Ad oggi i soci sono 448, di cui 33 fondatori, mentre i partner commerciali, preferisco definirli così, sono complessivamente 106. Arriviamo ai tesserati, dunque: abbiamo 126 calciatori dai Pulcini agli Allievi, poi 20 ragazzi che giocano nella juniores e 22 in prima squadra. Totale: 168.
A chi dice che dirigenza e squadra del nuovo Trento sono troppo “presuntuosi” cosa si sente di rispondere?
Che non è vero. Spesso il nostro “eccesso d’entusiasmo” e la volontà di fare le cose per bene vengono male interpretate. Qualcuno può pensare che sia presunzione ma non è così. Per carità sbagliamo anche noi come tutti, ma io ho enorme rispetto per tutte le altre realtà della città e del territorio. Anzi, ci stiamo adoperando per cercare di ricostruire i rapporti con le società trentine. Anche in questo caso dobbiamo ripartire da zero, visto che negli anni scorsi il Trento ne ha combinate di tutti i colori, anche da questo punto di vista, e quindi vanno rigettate le basi per avere in futuro buone relazioni con le altre società.
Questione stadio: state sistemando il “Briamasco”, ma se parla di Lega Pro non si può non pensare ad un’altra soluzione.
Anche in questo caso bisogna essere prudenti e compiere un passo alla volta. La priorità è quella di riuscire ad avere un nostro centro sportivo dove tutti, dalla prima squadra a tutte le formazioni giovanili, possano allenarsi senza essere costretti a cambiare campo ogni giorno come, purtroppo, sta accadendo adesso. Poi, non lo nego, che ci sia l’intenzione di costruire un nuovo stadio.
Troppe cose, andiamo con calma: partiamo dal centro d’allenamento.
L’intenzione sarebbe quella di ottenere in gestione il “Trentinello”, sostituire il manto erboso con il sintetico, ovviamente a nostre spese al netto dei contributi previsti dalla legge, sistemare gli spogliatoi e la tribuna e, perché no, costruire anche un bar. La nostra idea è quella di approntare una piccola “Pinetina” in salsa gialloblù che diventi il punto di riferimento per le squadre giovanili (che, a quel punto, giocherebbero lì le gare ufficiali, ndr) e il centro d’allenamento per la prima squadra. Se ci fosse la possibilità non sarebbe male approntare un secondo campo, di dimensioni ridotte, da utilizzare per il riscaldamento o per le partite dei Pulcini.
E lo stadio?
L’area sarebbe quella delle ex Caserme. Stadio non troppo grande, un paio di campi d’allenamento, sede societaria con tutte le sale necessarie e foresteria per i giocatori. Progetto ambizioso? Sicuramente sì, ma tutt’altro che irrealizzabile.
Prima di chiedere, però, bisognerà dimostrare.
Assolutamente sì. I rapporti con le istituzioni sono ottimi, perché hanno compreso che il nostro è un progetto serio e a lunga gittata. La mia serietà imprenditoriale e quella di chi mi sta vicino sono state le garanzie iniziali, adesso dimostreremo con i fatti che c'è la volontà di andare lontani.
Non resta che farvi un bell’ in bocca al lupo, sarà dura.
Sarà molto dura, lo sappiamo bene, ma siamo gente “tosta”. Ce la faremo.