Flaccadori è pronto: «L’Aquila giocherà alla pari con Venezia»
A poche ore da gara-1 di finale playoff, parla la guardia della Dolomiti Energia: «Reyermolto forte, ma se siamo in finale un motivo c’è»
TRENTO. Il "Flacca" ha la mano calda. Anzi, caldissima. Per conferme chiedere all'OlympiaMilano, abbattuta nei quarti dall'Aquila senza “se” e senza “ma”. In Lombardia c'è un bel casino e i tifosi, adesso, dicono "no", compattissimi e numerosi, pure al possibile ingaggio di Simone Pianigiani, a tal punto da aver creato l'hastag “di riferimento” #noPianigiani per scoraggiare l'ingaggio dell'ex tecnico della Nazionale. Problemi “loro”, per forza, perché a Trento il pensiero è un solamente altro, ha tre colori, il bianco, il rosso e il verde e ha una forma ben precisa. Quella dello scudetto.
A Venezia non sono tranquilli, perché BuscagliOne e la sua “armada”fanno paura. Dopo aver “matato” Sassari e Milano sciorinando prestazioni favolose a ripetizione, i bianconeri non vogliono fermarsi alle porte del Paradiso.Come si dice: è un peccato andare a Roma senza vedere il Papa. Ecco, la Dolomiti Energia vuole scendera a Venezia, arrampicarsi sul Campanile, ammainare la bandiera con il Leone di San Marco e issare, altissima, quella gialloblù con l'Aquila di San Venceslao. Tra 48 ore parlerà il campo: il morale è alle stelle, la concentrazione massima e, soprattutto, nello spogliatoio bianconero c'è la convinzione di potercela fare. Parola di Diego Flaccadori.
«Percentuali di vittoria? – esordiscel'atleta bergamasco – Direi 51 per cento Venezia e 49 per cento Aquila. Affrontiamo una squadra che è superiore a noi, ma altri numeri non sarebbero realistici: partiamo da zero a zero e, soprattutto, se abbiamo raggiunto la finale, un motivo c'è. Venezia è molto forte, ma anche Trento lo è. Ce la giocheremo alla pari, mettendo sul parquet tutto quello che abbiamo e provando a ripetere le splendide serie inanellate contro Sassari e Milano».
Per l'appunto: la crescita è stata continua ed evidente, partita dopo partita. Trento è più forte rispetto all'inizio dei playoff?
«Abbiamo disputato un ottimo girone di ritorno – prosegue il “Flacca” – e, insomma, ci eravamo resi conto anche prima della post season che il nostro era un roster di valore nonostante i tanti infortuni che ci hanno colpito. Le partite contro Sassari e Milano ci hanno fornito ulteriori conferme riguardo a quello che sappiamo e possiamo fare se giochiamo con concentrazione, aggressività e senza alcun timore».
Era meglio affrontare Avellino?
«Va bene Venezia. Attenzione, stiamo parlando di una grandissima squadra, ma tra le due credo che Venezia sia l'avversario “migliore” da incontrare, sia dal punto di vista tattico che sottol'aspetto fisico».
La domanda più classica della vigilia: se potesse togliere un giocatore alla Reyer su chi punterebbe?
«Senza dubbio Peric, elemento di grandissimo talento e, soprattutto, punto di riferimento di Venezia nei momenti di difficoltà. Però ci sarà e, allora, starà a noi limitarlo per quanto possibile». Quesito da un milione di dollari: come si vince uno scudetto? E cosa conta maggiormente: gli aspetti tecnico - tattici, la condizione atletica o, più semplicemente - si fa per dire, la testa? «Tutto è importantissimo quando si arriva a questi livelli ma ritengo che la concentrazione, e soprattutto, la capacità e la prontezza di gestire i momenti di difficoltà all'interno delle single partite faranno la differenza».