mobiltà

Trento “invasa” da 323mila auto al giorno. Lo studio: con le «zone 30» incidenti giù del 23%

I dati sulla mobilità nel capoluogo: il 51% degli spostamenti in auto, il 34% a piedi o in bici, il 14% con l’autobus. La ricerca europea presentata nell'incontro 'City Flows'



TRENTO. L'introduzione del limite di velocità a 30 chilometri orari nei centri urbani comporta una riduzione media degli incidenti stradali pari al 23%, diminuzione media dei decessi del 37% e dei feriti del 38%. È quanto emerge - si apprende - dal primo studio scientifico a livello europeo sugli effetti dell'introduzione del limite di velocità nei centri urbani, presentato a Trento nell'ambito della seconda edizione di "City Flows", organizzato da Fondazione Unipolis e dall'European Transport Safety Council.

L'analisi, curata dal responsabile del Dipartimento di pianificazione e ingegneria dei trasporti dell'Università tecnica nazionale di Atene, George Yannis, sulla base di 70 studi diversi, mostra come l'obbligo di viaggiare a 30 chilometri orari in città porti un decremento medio del 18% delle emissioni, una riduzione dei livelli di inquinamento acustico di una media di 2,5 decibel e aiuti a decongestionare il traffico, con una riduzione media del 2%.

I numeri della mobilità a Trento

Durante l'evento sono stati presentati anche i dati di mobilità urbana di Trento, che vede un attraversamento giornaliero di circa 323.000 movimenti di veicoli, pari a tre volte il numero di abitanti (119.000). Il 51,4% degli spostamenti avviene tramite auto private, il 34,8% della popolazione si muove a piedi o in bicicletta, mentre il 13,8% utilizza il trasporto pubblico locale (con circa 80.000 utenti al giorno). Il 56% degli spostamenti interni avviene su distanze inferiori ai cinque chilometri. 

L'incontro "City Flows" è stato organizzato nell'ambito della Settimana Europea della mobilità, con il patrocinio della Provincia, del Comune, dell'Agenzia UnipolSai Atlante e del Consiglio regionale Unipol di Trento. "L'obiettivo della Fondazione Unipolis è favorire, in un Paese in cui crescono le disparità sociali ed economiche, una società più solidale sostenendo i fragili a partire dalle nostre competenze e aree di presidio. Per quanto riguarda la Mobilità, lavoriamo per accrescere la cultura della sicurezza stradale perché rendendo più sicure le nostre città miglioriamo la qualità della vita di tutti, in particolare dei più fragili", ha commentato il consigliere delegato Alberto Federici. 









Scuola & Ricerca



In primo piano