Qatargate: Claise, 'la verità prima o poi esploderà' 'Ricevute minacce, ma non a livelli magistrati morti in Sicilia'
BRUXELLES - "La verità è lì nei dossier e prima o poi esploderà in faccia ai manipolatori che cercano semplicemente di trasformarla". Così il giudice simbolo dell'inchiesta Qatargate, Michel Claise, racconta in un'intervista concessa mercoledì mattina all'emittente belga Rtbf. Claise schiva tutte le domande sul perché abbia dovuto lasciare le indagini "non parlo mai dei dossier di cui mi occupo. Ma vi dico una cosa: li nel dossier c'è tutto", si limita a commentare rifiutandosi di confermare se si è ritirato a seguito di pressioni o per la presenza del nome di suo figlio nel dossier. Claise conferma anche di aver ricevuto minacce ma ammette di non sapere chi c'è dietro, "su questo argomento è in corso un'indagine ", fa sapere "non pensiate che corriamo il rischio di cadere in una situazione come quella che abbiamo vissuto in Sicilia con gli assassinii dei magistrati. Non siamo ancora arrivati ;;a questo punto", spiega Claise. Il giudice continua con una critica sulle sorti delle sue indagini, "preferiamo colpire il giudice piuttosto che combattere le organizzazioni criminali", si lamenta il giudice che concludendo assicura "che non rivelerà mai i dettagli dell'indagine sul Qatargate per un libro o una serie Netflix perché è ha un'imprescindibile dovere di riservatezza".