Scuola

Torna il “torneo di dibattito”: gli studenti si sfidano a suon di parole

Dal 5 al 7 aprile i quarti di finale della gara organizzata da Iprase. Tatiana Arrigoni: «Si tratta di un percorso altamente formativo, perché spinge i ragazzi ad assumersi responsabilità»


Fabio Peterlongo


TRENTO. Come nelle “high schools” americane e britanniche il torneo di “dibattito” è entrato ormai stabilmente nelle scuole superiori trentine.

In ogni singola gara, due squadre in rappresentanza di due classi si confrontano su un tema precedentemente assegnato e cercano di avere la meglio sull’avversario, convincendo la giuria a suon di argomentazioni improntate alla logica più lucida ed elegante. Tutto ciò però senza negare, anzi includendo, le ragioni dell’altro.

Anche quest’anno si svolge il torneo di dibattito “A suon di parole”, organizzato da Iprase, con ii sostegno della facoltà di Giurisprudenza di Trento, dei Comuni di Trento e Rovereto e della Società filosofica italiana.

La gara, arrivata alla sua dodicesima edizione, è ispirata alle competizioni di dibattito diffuse nel mondo anglo-americano, al punto che oggi si usa il termine inglese “debate” per indicare questa disciplina, ma anche nella tradizione latina vi sono autorevoli precedenti, si pensi solo alle disputationes dei dotti medievali.

Da alcuni anni Iprase ha attivato anche due tornei in lingua straniera, uno in inglese e uno in tedesco, dove gli studenti spingono al massimo le loro competenze linguistiche, dovendo sostenere argomentazioni e contro-argomentazioni serrate e raffinate.

In questi giorni i partecipanti sono in attesa di prendere parte ai quarti di finale che si svolgeranno dal 5 al 7 aprile, per i quali è stato già assegnato il tema: «si possono conciliare le ragioni dell’economia e quelle dell’etica»? Abbiamo parlato dell’iniziativa con la coordinatrice Tatiana Arrigoni, di Iprase.

Professoressa Arrigoni, a chi si rivolge il torneo “A suon di parole”?

Il torneo coinvolge le scuole superiori del Trentino: licei, istituiti tecnici ed anche una scuola professionale. Dalle due scuole partecipanti alla prima edizione, siamo arrivati a contarne quattordici. Sono circa 250 gli studenti coinvolti, a cui si aggiungono un centinaio di ragazzi che partecipano alla gara nelle due lingue straniere, inglese e tedesco. Nella gara in lingua italiana sono le classi a competere tra loro, mentre nelle competizioni in lingua straniera competono gli istituti.

Come si svolge il dibattito?

Sono in tutto sei gli studenti per ciascuna classe che prendono la parola partecipando attivamente al dibattito, ma è l’intero gruppo classe che elabora le argomentazioni. Nella prima fase, detta argomentativa, tre ragazzi per ciascuna squadra propongono le argomentazioni che illustrano la loro tesi. Segue una pausa di una ventina di minuti, durante la quale le due squadre hanno tempo di elaborare le contro-argomentazioni che rispondono a quanto emerso nella prima parte del dibattito. Nella seconda parte del confronto, tre ragazzi per classe espongono i punti cruciali della contro-argomentazione, cercando di confutare le tesi della squadra concorrente.

Come si decide la vittoria?

Terminata l’esposizione di tesi e contro-tesi, la giuria si riunisce per decretare il vincitore. I giurati, che sono docenti di giurisprudenza ed esperti di Iprase, compilano una griglia di valutazione pubblica nella quale si dà un giudizio sulle argomentazioni espresse, su come sono state strutturate e sul grado di competenza logica.

Come vengono scelti i temi oggetto della disputa?

I temi vengono elaborati dagli organizzatori prendendo spunto da situazioni reali, persino di cronaca. Di recente abbiamo chiesto di argomentare partendo da questa domanda: «l’attivismo civico è efficace o meno nel contrastare le guerre»? I temi sono poi assegnati alle varie classi attraverso un sorteggio: in questo modo gli studenti non scelgono le argomentazioni sulla base delle loro convinzioni. Devono trovare le ragioni di plausibilità della tesi assegnata non sulla base della loro personale sensibilità, ma usando gli strumenti della logica e della dialettica. È un modo per educare al pluralismo delle idee.

In che modo il dibattito contribuisce all’educazione degli studenti?

Chiediamo che le argomentazioni tengano conto delle ragioni dell’altro, svolgendo un ragionamento che sia inclusivo e non una semplice negazione del punto di vista dell’avversario. Educare ad un dibattito civile e capace di ascolto è essenziale per educare alla cittadinanza. Non dimentichiamo che il dibattito ormai è entrato anche nella didattica che si tiene nelle classi. Sono numerose le scuole in cui si utilizza il dibattito come tecnica per approcciare ai contenuti.

E dal punto di vista personale, come vivono i ragazzi quest’esperienza?

Il dibattito è un momento altamente formativo perché spinge i ragazzi ad assumersi la responsabilità d’essere portavoce del loro gruppo. Aiuta anche a superare delle timidezze. Anche per questo motivo la necessità di svolgere i dibattiti online per rispetto delle regole Covid, è stato demotivante per i ragazzi. Chi partecipa sente l’esigenza di vivere questa esperienza in presenza, in pubblico ed in carne ed ossa.













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