scuola

In Trentino la scuola diventa solidale grazie al lavoro dell’associazione “Docenti senza frontiere”

La presidente Danila Buffoni protagonista delle interviste dedicate al mondo della scuola con Maurizio Zambarda. Fra le iniziative anche la campagna dei “quaderni etici”



TRENTO. L’associazione “Docenti senza frontiere” è protagonista della nuova puntata delle interviste che il nostro Maurizio Zambarda dedica al mondo della scuola. Danila Buffoni, docente delle scuole primarie e presidente dell’associazione, spiega l’attività svolta dagli insegnanti assieme agli alunni e ai genitori: «Docenti senza frontiere lavora per il diritto allo studio con progetti finalizzati all’ambito locale e internazionale e nasce da un’alleanza con le famiglie. Ci riconosciamo nell’approccio pedagogico di Paulo Freire».

 

Scuola, l'intervista a Danila Buffoni

Un'altra puntata delle interviste del Trentino dedicate al mondo della scuola: Maurizio Zambarda incontra Danila Buffoni, presidente dell'Associazione "Docenti senza frontiere" per parlare dei numerosi progetti portati avanti e anche di pandemia

Uno dei progetti portati avanti in questi anni è la campagna dei “quaderni etici e solidali”, con le copertine dei quaderni illustrati dagli studenti dei licei artistici del Trentino: «Il ricavato viene destinato a finanziare interventi in ambito locale e anche di cooperazione internazionale, e ogni quaderno veicola temi civici declinati in percorso didattico».

L’associazione ha svolto anche un ruolo importante durante i mesi difficili della didattica condizionata dalla pandemia. «Non dimenticheremo facilmente questo periodo – conclude la presidente dell’associazione - ma quello che è successo va visto anche come un’opportunità per ragionare insieme sulle criticità emerse e proporre percorsi nuovi. La pandemia ha messo in evidenza le differenze sociali e creato situazioni di malessere psicologico».













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.