Biancato: “La dad ora è superata ma la didattica va sempre integrata con il digitale”
La dirigente scolastica e consulente del ministero intervistata dal Trentino: “Docenti e studenti hanno dovuto imparare nuovi sistemi che adesso rientrano nella normalità”. E sul ritorno in classe: “Avrei preferito maggiore gradualità”
TRENTO. La pandemia ha portato molti cambiamenti alla scuola e non tutti necessariamente negativi. L’obbligo di ricorrere celermente alla dad ha costretto il mondo scolastico, docenti e studenti, a una immersione veloce e profonda nella conoscenza del digitale, acquisendo competenze che risulteranno strategiche nella didattica del futuro.
“La dad ci lascerà un aumento esponenziale delle competenze digitali dei docenti e anche degli studenti, che hanno dovuto imparare nuovi sistemi che adesso rientrano nella normalità”, commenta Laura Biancato, dirigente scolastico e consulente del Miur nella stesura del Piano Nazionale Scuola Digitale. Intervistata dal nostro Maurizio Zambarda, docente trentino esperto di nuove tecnologie e di didattica digitale. “La dad oggi è abbondantemente superata – spiega la nota formatrice e autrice sui temi dell’innovazione nella scuola – anzi, direi conclusa. Adesso c’è la didattica digitale integrata, altro acronimo che non mi piace, come la dad. A me piace sempre parlare solo di didattica, che deve essere sempre integrata con il digitale”.
Nella sua intervista la dirigente Biancato affronta anche altri temi, come l’implemento dello spirito di collaborazione e di categoria che la pandemia ha portato, oltre all’aumento della tecnologia nelle scuole.
Per quanto concerne il rientro a scuola al 100 per cento, deciso dal governo, la dirigente è perplessa: “Avrei preferito un rientro graduale, ci sono ancora molti docenti che non sono stati vaccinati, gli stessi ragazzi hanno timori”.
E sulla scuola trentina, che conosce molto bene, il giudizio è lusinghiero: “Un’eccellenza, un grandissimo movimento di energia durante la dad con iniziative promosse da Iprase che in altre zone d’Italia non si sono viste”.