Arriva la maturità: e arrivano ansia, stress e disturbi del sonno
Sette studenti su dieci in tensione già un mese prima dell’«esame della vita». L’indagine di Skuola.net su un campione di oltre 1900 studenti
TRENTO. Stress, ansia, disturbi del sonno, sbalzi d'umore, ricorso a farmaci, cattive abitudini alimentari e molto altro. Questi gli effetti collaterali del primo esame di Maturità “quasi” post-pandemia, almeno nel formato, visto il ritorno degli scritti.
E se, oltre all'ovvio incremento di difficoltà si aggiunge il peso di un triennio certamente non facile (non solo dal punto di vista scolastico), si può ben comprendere come l'impatto dell'esame sulla psiche e sul fisico dei candidati sia superiore rispetto al passato.
Ben 7 maturandi su 10, quando ancora doveva iniziare la preparazione finale, a circa un mese dal via, già stavano provando tensione e stress.
A segnalarlo una ricerca condotta dal portale Skuola.net assieme al team di psicologi e psicoterapeuti dell'Associazione Nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, Gap, cyberbullismo), su un campione di 1.909 ragazze e ragazzi che tra pochi giorni dovranno affrontare l'esame di Stato. E, stando a quanto raccontano gli studenti intervistati, è facile immaginare che le cose peggioreranno ulteriormente con l'avvicinarsi dell'appuntamento.
Oltre 1 su 2 - il 51% - è certo che il proprio stato fisico subirà altri scossoni, in negativo ça va sans dire, nell'immediata vigilia delle prove. Molti di più - il 65%, praticamente 2 su 3 - che a peggiorare ulteriormente sarà la curva del proprio stato emotivo.
Già oggi, il 71% confessa di avere a che fare con forti sbalzi d'umore dovuti alla preoccupazione per l'esame. Più in generale, sono oltre 3 su 5 a riportare impressioni negative - come ansia, rabbia, sconforto, desiderio di fuggire - se pensano all'esame.
Un quadro che, nel caso dei liceali, si fa ancora più precario, con ansia e desiderio di fuga che monopolizzano la scena.
Le emozioni positive, al contrario, sono merce rara: tranquillità, senso di "possibilità", piacere di affrontare le prove sono tutte cose che riguardano meno di 1 su 10.
Entrando più nel vivo del clima maturità, l'ansia diventa una compagna da cui è quasi impossibile separarsi. Oltre 4 su 5 già sanno che ci dovranno fare i conti: per il 34% avrà un ruolo molto forte, per il 46% sarà abbastanza presente. E il 72% pensa che la stessa ansia condizionerà il proprio esame (per il 24% "moltissimo", per il 48% "abbastanza").
Così, proiettandosi in avanti, più o meno gli stessi (70%) pensano che non saranno mai abbastanza pronti per affrontare la prova. Con il 73% che imputa le sensazioni negative sull'esito dell'esame a quanto vissuto, soprattutto in ambito scolastico, durante la pandemia.
Ma il vero problema, soffermandosi sullo "stato di salute" dei ragazzi, è che tutto questo carico di stress spesso si traduce in pericolosi cambiamenti delle normali abitudini o, peggio ancora, nell'adozione o intensificazione di cattive abitudini.
Quasi il 70% sta reagendo modificando il suo rapporto col cibo: il 37% tende a mangiare troppo, il 31% troppo poco. Mentre circa 1 su 2 - il 48% - dichiara che ultimamente sta dormendo molto meno del solito per via degli esami. Anche se i comportamenti da tenere ancor di più sotto osservazione sono altri, quelli che in alcuni casi potrebbero innescare dipendenze.
Perché tantissimi studenti - circa 2 su 5 - per allentare la tensione, ammettono che stanno ricorrendo a varie forme di “aiutini” per affrontare in modo più performante il ripasso finale: il 38% ha aumentato l'uso di caffè, il 40% dice che sta fumando più del solito, un altro 40% che sta usando farmaci e integratori per avere più energie fisiche e mentali. Sperando che le cose non si sommino assieme, altrimenti la situazione potrebbe essere davvero esplosiva.
Anche perché non mancano quelli, sono circa 1 su 3, che invece hanno incrementato il consumo di sostanze che possono avere un effetto psicotropo, come alcol o droghe. Infine, a proposito di “distrazioni”, 1 su 2 ha notato di aver incrementato il tempo passato allo smartphone per motivi non connessi alle esigenze di studio.