l’impresa

Una sciarpa lunga 30 chilometri nata durante il lockdown sarà srotolata sul Bondone

Appuntamento il 24 luglio: si partirà da Castel Toblino per raggiungere la chiesetta degli Alpini. L’iniziativa è della Pro Loco Lasino-Lagolo. Dopo la “performance” la sciarpa verrà scucita per confezionare delle coperte da donare a chi ne ha bisogno


di Daniele Peretti


MADRUZZO. Sei tonnellate di lana, 500 volontari coinvolti per 9 mila metri quadrati di sentiero: numeri dai quali saranno ricavate 2 mila coperte da donare. E’ questo il “Caldo abbraccio” che il 24 luglio partirà da Castel Toblino per raggiungere la chiesetta degli Alpini sul Monte Bondone.

In totale 30 chilometri colorati che attraverso boschi, laghi, campagne, prati e borghi daranno vita ad un morbido sentiero che sarebbe voluto essere il più lungo al mondo.

Tutto nasce nel 2020 da un’idea della Pro Loco Lasino-Lagolo che ha pensato di coinvolgere le persone costrette a casa dal lockdown: ne è nato un passaparola che ha finito per coinvolgere oltre 500 persone tra circoli, case di riposo, gruppi di amici, conoscenti e parenti che hanno passato giornate a disfare maglioni ed altri manufatti di lana per trasformarli in gomitoli e poi lavorarli a maglia o all’uncinetto per ottenere delle strisce che misurate che hanno dato vita a dei rotoli che poi sono stati immagazzinati.

Le regole erano poche, ma precise: la sciarpa dev’essere lavorata ai ferri o all'uncinetto in lana o cotone; i pezzi non devono superare i 30 centimetri di larghezza ed essere lunghi da un minimo di 30 ad un massimo di 150 centimetri. Una volta esaurite le scorte casalinghe, sono stati coinvolti artigiani ed industrie che utilizzano lana o cotone. Così prima ancora di essere un morbido sentiero è stata un’onda lunga che è arrivata in Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, poi Lombardia e Piemonte per spingersi in Toscana, Lazio e Campania. Tutti a “sferruzzare” all’insegna della filosofia del riuso, della solidarietà.

La partenza sarà dal piazzale interno di Castel Toblino alle 9.30 poi saranno stesi 30 chilometri multicolori per raggiungere nel primo pomeriggio la Chiesetta degli Alpini che si trova sul Monte Bondone. Si partirà dai 250 metri di Castel Toblino per arrivare a quota 1300.

Tutto il percorso sarà ripreso da un drone. Ogni chilometro sarà gestito da un diverso gruppo di persone. Al termine della manifestazione l’appuntamento sarà al Parco delle Feste di Lagolo per un momento comunitario che sarà anche l’occasione di conoscere personalmente le tante persone che da ogni dove hanno preso parte a questa iniziativa; non mancherà nemmeno un tradizionale piatto di pasta.

Una volta conclusa la performance, la sciarpa verrà scucita per confezionare delle coperte da donare a chi ne ha bisogno sia in Italia che all’estero. Motivazioni forti che sono state però messe a dura prova da una scoperta ben poco simpatica: non sarà possibile stabilire il record mondiale perché la “nostra” sciarpa si ferma a 30 chilometri, mentre al Millennium Stadium di Cardiff ne è stata srotolata una più sottile e più lunga. Peccato, ma lo scopo non era solo quello del record, ma anche quello della solidarietà, dell'impegno di tante persone specialmente anziane e sarà festa lo stesso.

All’iniziativa organizzata dalla Pro Loco Lasino Lagolo, hanno preso parte anche Avis Valle dei Laghi, Cooperativa Sociale Intrecci Amo-ci Garda, Lilt sezione provinciale di Pavia, il Coro Ana Mesulano di Cordigliano, il Circolo Pensionati ed Anziani di Vigo Cavedine “Gli Amici”, i Vigili del Fuoco Volontari di Lasino, l’Associazione Margherita di Mori, Donne Rurali di Breguzzo, l’Avis comunale di Trento, Luogo Comune, Le Filò dell’Angelo, il Gruppo Ana di Lasino, Il Circolo Culturale Ricreativo “San Pietro” di Lasino, la Compagnia Teatrale San Siro di Lasino ed il Circolo Ricreativo San Donà.













Scuola & Ricerca

In primo piano

la storia

«Fiuto e determinazione, così presi Marco Bergamo» 

Va in pensione Arervo, il poliziotto che il 6 agosto 1992 mise le manette al serial killer dopo una caccia durata tutta la notte. «Nell’83 vidi il corpo di Marcella Casagrande. Certe cose ti segnano per sempre»


Luca Fregona