Uccisione di “Bambotto”, i cacciatori replicano alle polemiche: “Animale selvatico che non andava addomesticato”
"I cervi sono ruminanti e non possono mangiare cioccolata o panini. Foraggiare un animale selvatico è controproducente per la sua salute" afferma Alberto Colleselli, presidente di Federcaccia Belluno
ANIMALI Ucciso a fucilate il cervo Bambotto: era la mascotte di Pecol, nel bellunese
BELLUNO. Non si placa l'onda di emozioni suscitata dall'uccisione a fucilate del cervo 'Bambotto', considerato la mascotte del paesino di Pecol, in provincia di Belluno. E arriva chi contesta l'idea stessa dell'adozione degli animali selvatici, fornendo loro alle finestre il cibo di casa.
"I cervi sono ruminanti e non possono mangiare cioccolata o panini. Foraggiare un animale selvatico è controproducente per la salute dell'animale stesso" interviene Alberto Colleselli, presidente di Federcaccia Belluno, in passato comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato. Colleselli ricorda, a questo proposito, che in alcuni cantoni svizzeri "tale pratica è vietata. La fauna selvatica deve stare nel suo contesto naturale, perché quello è il suo posto".
Il presidente dei cacciatori pone anche un quesito, che pare una provocazione verso gli amanti dei 'Bambi': "è corretto decidere di far diventare un animale selvatico amico dell'uomo, e fargli abbandonare le leggi del bosco? Non si fa del bene agli animali facendogli perdere il loro istinto selvatico, fondamentale per fargli percepire i pericoli in natura".
Sui social intanto non si ferma l'indignazione per il cacciatore 23enne che ha sparato a 'Bambotto', anche se in un periodo venatorio nel quale a Belluno la caccia agli ungulati è consentita. Il padre del giovane, sul proprio profilo Facebook, denuncia la "gogna mediatica" cui è stato sottoposto il figlio: "Quanti di coloro che scrivono cattiverie non hanno fatto errori da giovani, magari anche più gravi?". Il ragazzo, conclude, "non ha fatto nulla di illegale. Ha sbagliato sì, ma non ha commesso un gesto illegale".