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Parco dello Stelvio, dal 7 novembre il via all'abbattimento di quasi 600 cervi: “Troppi danni all’ambiente”

Un centinaio i cacciatori abilitati dopo un corso della Fondazione Edmund Mach. Potranno esercitare il diritto di prelazione sulla vendita delle carcasse


di Daniele Peretti


RABBI. A partire dal 7 novembre nel settore trentino del Parco dello Stelvio sarà libera caccia per l’abbattimento di un terzo dei cervi presenti sul territorio: per gli animalisti una mattanza, per gli amministratori del Parco una necessità che deriva sia dai danni che i cervi causano all'ambiente montano, come la mancata rinnovazione dei boschi, sia dalla competizione con altre specie come il capriolo e il camoscio. Un centinaio i cacciatori che hanno frequentato un corso di abilitazione – organizzato dalla Fondazione Edmund Mach - che saranno autorizzati all’abbattimento insieme ad altro personale, impegnati in un progetto che si concluderà nel 2026 e che a regime prevede l’abbattimento annuale di 400 cervi, dopo i 180 iniziali. Sono state individuate 11 zone nelle aree di svernamento tra le valli di Rabbi e Pejo e sarà in queste che si concentreranno le operazioni di controllo.

Le carcasse degli animali saranno vendute ed è stata prevista la possibilità per chi ha operato l'abbattimento, di esercitare un diritto di prelazione. Cessione che è messa sotto accusa dagli animalisti perché avverrebbe a prezzo di favore per il cacciatore che ha abbattuto il cervo e che comunque ha diritto a metà carcassa come rimborso spese.

Per il Trentino è la prima volta che viene attuato un piano di gestione dei cervi, in vigore invece nel territorio di competenza della Provincia di Bolzano dal 2001 e dal 2011 in Lombardia. Come si può leggere nel comunicato stampa diffuso dalla Provincia: “...la decisione, su proposta del vicepresidente e assessore all'ambiente Mario Tonina, ha come obiettivo ricomporre gli squilibri ecologici - come previsto dalla legge quadro sulle aree protette - causati dai numerosi cervi presenti all’interno dei confini del Parco nazionale dello Stelvio-Trentino, in un arco di tempo di almeno 5 anni”. Nei primi anni del ‘900 il cervo si era praticamente estinto sul territorio e si è pian piano ripreso nella seconda metà del secolo per riaffermarsi come una presenza stabile negli anni 60/70 prima in Val di Sole e poi all’interno del Parco. La presenza del cervo è aumentata velocemente fino agli anni 2000 ed ad oggi la popolazione è stimata tra i 1500 e 3000 cervi in tutta la Val di Sole, per la maggior parte all’interno dell’area protetta. Tra le motivazioni per l’abbattimento in serie anche quelle dei danni arrecati alle attività agricole, orticole e selvicoltura in generale, nonché l’essere causa di incidenti stradali. In ultimo le associazioni animaliste fanno osservare come il Parco Nazionale dello Stelvio sia un ente giuridico , nato per tutelare anche la fauna, ma che ora ne permette l’abbattimento in un numero consistente.













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