Monti Lessini, le grida di aiuto fanno partire i soccorsi: due elicotteri, vari mezzi e decine di uomini. Ma alla fine è un falso allarme
Soccorso alpino, vigili del fuoco, carabinieri, speleologi impegnati per ore dopo l’allarme lanciato da alcuni escursionisti per aver udito delle urla. La raccomandazione: «Il segnale è di 6 fischi in un minuto e chiamare aiuto senza necessità è un reato» (foto Soccorso alpino Verona)
LE IMMAGINI: uomini e mezzi impegnati nei soccorsi sui Lessini
MONTI LESSINI. Non si saprà mai se le grida di aiuto siano state lanciate intenzionalmente e poi la situazione di allarme si è risolta oppure se si sia trattato di un falso allarme. Fatto sta che per colpa delle urla udite da alcuni escursionisti, nel pomeriggio di sabato 29 maggio, che stavano camminando sui Monti Lessini, fra Trentino e Veneto, lungo il sentiero 250 che da Conca dei Parpari porta a Malga Malera, si sono messi in movimento squadre del soccorso alpino, vigili del fuoco, carabinieri e persino l’elisoccorso. Un dispendio di risorse ed energie notevole, assolutamente ingiustificato in caso di falso o procurato allarme. Le ricerche dei soccorritori e dell’elicottero hanno dato esito negativo.
«Una squadra mista di tecnici della Stazione Alpina e di quella Speleologica è partita per cercare di capire cosa fosse successo. Parte della squadra ha cominciato a verificare il versante che dal sentiero 250, all’altezza delle grandi reti metalliche di protezione, scende verso Giazza mentre un tecnico della stazione speleo è salito a piedi da Giazza lungo il sentiero 279, in direzione Malga Terrazzo», ha voluto far sapere il Soccorso alpino di Verona. «I vigili del fuoco, nel frattempo, hanno richiesto anche l’intervento del loro elicottero che, decollato da Mestre, ha perlustrato ulteriormente tutta la zona elitrasportando, poi, a Malga Terrazzo due tecnici del CNSAS. Questi, ricongiuntisi con il tecnico salito da Giazza, sono scesi lungo una vecchia traccia non molto distante dal sentiero 277. Tutte le verifiche hanno dato esito negativo e le operazioni si sono concluse verso le ore 20.30 con rientro alla base operativa intorno alle 22. Ricordiamo che il segnale di richiesta di aiuto, riconosciuto a livello internazionale, è di 6 fischi in un minuto (uno ogni 10 secondi). Invitiamo quindi tutti gli escursionisti a dotarsi di fischietto (costa poco, pesa niente e permette un suono più riconoscibile e potente) e di attenersi a questa convenzione. In questo modo potremo evitare situazioni non chiare come quella di ieri. Inoltre è importante sapere che chiamare aiuto senza reale necessità, secondo l’articolo n°658 del Codice Penale, è reato punito dalla legge».