Lo studio

Marmolada: Test con radar per capire cosa succede in profondità

Per domani è in programma una seconda campagna di acquisizione dati con il radar, dopo quella eseguita a luglio



TRENTO. Per domani in Marmolada è in programma una seconda campagna di acquisizione dati con il radar, dopo quella eseguita a luglio. Si tratta di una apparecchiatura in grado di penetrare il ghiaccio e analizzare quello che accade sotto la superficie.

Il principio su cui si basa la strumentazione utilizzata è lo stesso del Rime (Radar for Icy Moon Exploration), il radar spaziale ideato e studiato da un team di scienziati internazionali sotto la guida del professore Lorenzo Bruzzone utilizzato anche sulla la sonda Juice (Jupiter Icy moon Explorer), in viaggio verso le lune di Giove.

Al momento si tratta di una sperimentazione e non di un monitoraggio operativo e l'obiettivo è quello di fare un sondaggio in un momento potenzialmente critico per avere dei dati e quindi procedere con lo studio.

I dati acquisiti vengono infatti analizzati dai ricercatori, che cercheranno di capire se lo strumento è utile per ricavare informazioni sullo spessore e sulla presenza di acqua all'interno del ghiacciaio.

Per procedere con la sperimentazione, inoltre è necessario acquisire dati con il radar in condizioni diverse sul possibile contenuto d'acqua nel ghiacciaio. La prima acquisizione è stata effettuata in condizioni di temperature estive moderate. La seconda viene fatta in condizioni termiche che rappresentano il picco dell'estate. La terza verrà fatta nella stagione invernale quando certamente non ci sarà acqua nel ghiacciaio. 













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