Eurac: neve da record in questo inverno, ma in futuro sarà più scarsa
Trend in peggioramento nei prossimi anni per effetto dei cambiamenti climatici. Le implicazioni riguardano anche l’industria dello sci
BOLZANO. L'inverno che volge al termine è stato straordinariamente ricco di neve: rispetto alla media degli ultimi anni, in Alto Adige tra dicembre e gennaio ha nevicato quattro volte tanto. In alcuni paesi, come Sesto o Plan, non si vedeva tanta neve a gennaio da almeno quarant'anni.
Gli studi, però, non lasciano dubbi: in media le nevicate sono destinate a diminuire per effetto dei cambiamenti climatici.
L'ultimo dossier pubblicato da Eurac Research, a cura del matematico Michael Matiu, sintetizza le ricerche più recenti che riguardano le Alpi e la nostra provincia.
I cambiamenti che riguardano l'Alto Adige sono comuni a tutto il versante sud delle Alpi: qui da sempre nevica il 20-30% meno di quanto non nevichi sul versante nord e dagli anni Settanta il trend è in peggioramento, almeno fino ai 2000 metri.
"Che in autunno e primavera - spiegano all'Eurac - le nevicate siano più scarse è dovuto ai cambiamenti climatici e se il riscaldamento globale non verrà rallentato, in futuro i fenomeni si acuiranno".
"Se è vero che per il futuro dobbiamo aspettarci in media meno neve, è vero anche che le nevicate estreme non scompariranno - avverte Matiu -. Per effetto dei cambiamenti climatici aria e acqua si scaldano e l'aria assorbe più umidità; in questo modo può piovere o nevicare in modo più intenso".
I dubbi riguardano anche le conseguenze che i cambiamenti della neve avranno sull'industria dello sci. Quello che già si può dire, sintetizza l'Eurac, "è che la stagione sciistica come la conosciamo oggi in futuro difficilmente potrà essere garantita. I comprensori a quote più basse potrebbero non essere più convenienti per il consumo sempre maggiore di energia e acqua che servono per far funzionare gli impianti di innevamento".