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Dopo Vaia la piaga del bostrico nei boschi di Fiemme e Fassa. Ecco le strategie per combatterlo

Danno di circa 690.000 metri cubi diffuso su 3.270 ettari



CAVALESE. Il Distretto forestale di Cavalese - che riunisce le valli di Fiemme e Fassa - è il territorio in Trentino che più di ogni altro ha subìto la furia di Vaia nel 2018 e che oggi soffre gli importanti effetti del bostrico. Qui la tempesta (di cui il 28 ottobre ricorre il quarto anniversario) ebbe un impatto di 1,3 milioni di metri cubi di legname (su una superficie di 6.290 ettari), su un totale di 4 milioni di metri cubi schiantati in tutto il Trentino.

Ad oggi il bostrico ha invece causato un danno di circa 690.000 metri cubi diffuso su 3.270 ettari nel Distretto, su un totale di 1.47 milioni di metri cubi (8.350 ettari) in tutta la provincia di Trento. "L'emergenza bostrico sta diventando motivo di preoccupazione in termini economici, mentre sono state messe a punto le necessarie iniziative di gestione per garantire la sicurezza delle diverse comunità, anche in considerazione delle mutate condizioni climatiche", ha detto l'assessora provinciale Giulia Zanotelli.

Nelle Valli di Fiemme e Fassa, il Servizio foreste in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach ha dislocato 36 delle 229 trappole installate sull'intero territorio provinciale per la cattura dell'insetto che sta attaccando le foreste - dopo lo stress inflitto da Vaia - ed in particolare l'abete rosso.

Di queste trappole - sottolinea la Provincia autonoma di Trento in una nota - soltanto 3 non hanno segnalato il superamento della soglia "epidemica" delle catture, pari a 8.000 individui. Le catture rappresentano la cartina di tornasole di una situazione preoccupante, anche alla luce di alte temperature e siccità che hanno caratterizzato la stagione calda. Condizioni che hanno avuto l'effetto di favorire la diffusione dell'insetto.

Le strategie.
Era stato previsto che la tempesta Vaia favorisse una massiccia presenza del bostrico, che è peraltro naturalmente presente nei boschi trentini. Per questo motivo la Provincia ha avviato un Piano di contrasto ad hoc, che riassume le strategie messe in campo dai Paesi del Centro Europa che già in passato avevano affrontato situazioni di questo tipo.
L'individuazione precoce degli alberi infestati e il loro immediato abbattimento ed esbosco costituiscono la forma più efficace di lotta contro il bostrico. Nel caso invece le chiome siano già arrossate o grigie può essere conveniente, in determinati casi, lasciare le piante in bosco a protezione di quelle ancora sane delle aree circostanti. Appare peraltro fondamentale evitare la creazione di margini deboli, ponendo particolare attenzione agli aspetti protettivi. Per il ripristino delle aree colpite, la strategia prioritaria è quella della rinnovazione naturale, accompagnata comunque da quella artificiale grazie alle piantine provenienti dai vivai provinciali. Nel Distretto di Cavalese, ad oggi le iniziative di rimboschimento hanno riguardato 78 ettari di bosco.
Aspetto prioritario è quello della sicurezza. Per questo motivo il Servizio foreste valuta opportunamente caso per caso i potenziali rischi conseguenti all’asportazione delle ceppaie attaccate al suolo, al fine di scongiurare il pericolo di crolli, valanghe e frane. Non solo: la presenza di piante in piedi (anche se secche) garantisce una funzione protettiva per alcuni anni.
Guardando all’utilizzazione del legname, nel Distretto di Cavalese il 71% del volume danneggiato dal bostrico nell’ultimo biennio è stato assegnato alle imprese. Il portale legnotrentino.it - è stato ricordato - è un importante strumento di commercializzazione per le Amministrazioni del territorio.

Le sperimentazioni.
Se da un lato l’asportazione immediata delle piante infestate riduce la popolazione di bostrico, dall’altro lato riduce anche la possibilità che si sviluppino organismi antagonisti. Al fine di ovviare a questo processo, sono in corso attività di prevenzione e individuazione precoce degli attacchi. Tra questi, il modello matematico fenologico Phenips (clicca QUI per visitare il sito), in collaborazione con l’Istituto di Entomologia dell’Università di Vienna, che analizza i dati meteorologici di temperatura, precipitazione e radiazione solare di 31 stazioni meteorologiche della rete di MeteoTrentino e 21 stazioni meteorologiche della rete della Fem, simulando le variazioni spaziali e temporali nello sviluppo stagionale del bostrico.
ForeStress è invece il sistema di rilevamento satellitare che consente di stabilire la percentuale di bosco danneggiato per ogni bacino idrografico. In questo modo, si ha la possibilità di localizzare con precisione le aree in cui la vegetazione è più sotto stress.













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