Disperso in montagna, trovato vivo dentro un crepaccio dopo 7 giorni
Gianpaolo Baggio è disidratato ma sta bene: «Bevevo da una pozza d’acqua sporca. Ero in pantaloni corti: la notte faceva freddo, mi coprivo con foglie secche» (foto Ansa)
PULFERO. Sopravvissuto a sette giorni senza cibo e con la sola, pochissima, acqua, caduta con un temporale estivo che ha rimpinguato un torrentello che scorre accanto al crepaccio dov'era prigioniero. E' la storia di Gianpaolo Baggio, ingegnere di 31 anni, di Torreano (Udine), trovato stamani dall'elicottero dei vigili del fuoco. Era bloccato da sabato scorso in uno stretto dirupo, da cui non poteva risalire.
Era partito per percorrere una ferrata a Pulfero, in Friuli, non lontano dal confine con la Slovenia, con una amica, che poi ha rinunciato. L'incidente che lo ha bloccato è avvenuto la mattina dell'uscita: smarrita la traccia del sentiero, si è ritrovato a quota 700 metri, in una zona impervia, è scivolato perdendo lo zaino con dentro cibo, acqua, telefono e indumenti. Proprio il freddo è stato il suo nemico principale. "C'era una pozza d'acqua, un po' sporca ma la bevevo".
Provato, molto dimagrito perché praticamente non ha mai mangiato, ma tranquillo e sicuro, ha raccontato che il problema vero "era la notte: faceva freddo, mi coprivo con foglie secche". Infatti, indossava solo una t-shirt e un paio di pantaloncini corti. Di giorno non soffriva troppo il caldo: "Ero in un posto un po' in penombra". Più di ogni altra cosa, comunque, ad aiutarlo è stata l'esperienza e la sicurezza: "Non ho mai perso la pazienza" e dunque la testa; "non ho mai avuto paura né ho perso le speranze che qualcuno mi trovasse".
Il salvataggio ha del miracoloso: le ricerche avrebbero dovuto essere già interrotte, o comunque oggi sarebbe stato l'ultimo giorno. Per una settimana centinaia di persone del Cnsas Fvg e Veneto, Vigili del fuoco, Guardia di finanza e Protezione civile, con due elicotteri e droni, hanno perlustrato ovunque, partendo dalla zona dov'è stata ritrovata l'auto e grazie alla testimonianza dell'amica. Ieri la svolta: i Carabinieri sono penetrati nel computer dell'uomo, trovando indicazioni su itinerario e spostamenti. All'alba l'avvistamento: in un ripido canalone, a circa un chilometro e mezzo dal parcheggio dove aveva lasciato l'auto.
Il recupero è stato effettuato con 'verricellate' di 40 metri. Era disidratato, con escoriazioni, ma illeso. Oggi si sono verificati due incidenti, mortali, in montagna: vittime una donna svizzera sul versante valdostano del Colle del Gran San Bernardo e un escursionista nella zona della Ferrata di Rocca Clarì, a Claviere (Torino). La donna aveva dato l'allarme spiegando di essere caduta e di avere un problema a una gamba, poi però non è più stato possibile contattarla; due elicotteri svizzeri hanno trovato il corpo senza vita. L'escursionista è morto questo pomeriggio dopo essere precipitato dall'uscita del percorso attrezzato. A lanciare l'allarme è stato il figlio. Giunto l'elisoccorso regionale, i soccorritori hanno provato a rianimare la vittima, ma è stato inutile. Si è salvato il figlio.