Lago di Garda

Sirmione, via al recupero delle reti da pesca abbandonate

Sono iniziati i lavori di rimozione delle “roste” ovvero le vecchie reti per la pesca abbandonate lungo la costa 


Daniele Peretti


Basso Garda. Sono iniziati i lavori di rimozione delle “roste” ovvero le vecchie reti per la pesca abbandonate lungo la costa di Sirmione. A comunicarlo è il Wwf Bergamo Brescia che aveva fatto della rimozione delle reti una sua battaglia considerando che col divieto di pesca delle anguille, erano inattive da tredici anni e costituivano ormai solamente un pericolo sia per l’ecosistema – anche se nessuno le recuperava le reti continuavano a catturare il pesce – che per le imbarcazioni e le attività subacquee. Da quando è stata vietata la pesca delle anguille le reti sono state abbandonate e consumandosi rilasciano nell’acqua particelle di plastica, inquinando.

In sintesi si tratta di un rifiuto abbandonato che inquina, distrugge e uccide. Ma nel Lago di Garda non ci sono solo queste reti abbandonate, solamente domenica 4 febbraio sono stati recuperati dai sub del Wwf, una cinquantina di metri di reti fantasma che giacevano di fronte alle Grotte di Catullo a 15 metri di profondità: fortunatamente avevano catturato solo una piccola quantità di pesce. “Ogni anno – spiega il Wwf – la stima a livello globale è che nei mari e nei laghi vengano abbandonate dalle 500 mila al milione di tonnellate di attrezzi da pesca. Si tratta di una tipologia di rifiuto con un impatto fortemente deleterio sugli ecosistemi perché determina il soffocamento e l’intrappolamento della fauna e della flora provocando danni
permanenti”.













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