arte

Malcesine, una mostra sulla violenza sulle donne di un artista iraniana

“Le mie pietre sono aquiloni”: una serie di installazioni di Bahar Heidarzade costretta a fuggire dal suo paese


Daniele Peretti


MALCESINE. Il Castello Scaligero di Malcesine ospiterà la mostra dell'artista iraniana Bahar Heidarzade (Teheran, 1981) “Le mie pietre sono aquiloni”, a cura di Marina Pizziolo e Romano Ravasio che rimarrà aperta fino al 3 novembre 2024 per trattare il tema della violenza sulle donne.

Si tratta di una serie di installazioni di Bahar Heidarzade costretta a fuggire dal suo paese per poter essere libera dalle costrizioni. Se dovesse tornare in Iran, verrebbe incarcerata. Le opere esposte danno vita alla mostra Le mie pietre sono aquiloni, ideata e curata dalla critica d’arte Marina Pizziolo e dal consulente d’arte Romano Ravasio per l’organizzazione del Comune di Malcesine. Si tratta di un’esposizione sul tema tristemente attuale della violenza sulle donne, non per piangere le vittime di ieri, ma per salvare le vittime di domani grazie alla potenza della condivisione.

La mostra gode del patrocinio della Fondazione Puzzilli che con il Progetto Agata, sostiene le donne vittime di violenza. Il tema è quello dei ricordi che sono pesanti come macigni sia per i corpi che per le menti delle donne. Sono simbolicamente rappresentati dalle pietre realizzate dall’artista in cartapesta, utilizzando fogli di quotidiani contenenti inquietanti notizie di cronaca: le memorie negative non sono solo quelle personali, ma anche quelle che gravano su un’intera collettività. Ma gli stessi ricordi, anche e soprattutto quelli delle violenze subite possono trasformarsi in condivisione e azione ed anche speranza.

La speranza è rappresentata dalla trasformazione delle pietre in aquiloni, capaci di sollevare in un volo lasciando a terra

il dolore.













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