Lago di Garda

Lago di Garda, per il Wwf l'invasione del granchio blu è cosa certa

Quasi certamente è arrivato nelle nostre acque trasportato nelle acque di zavorra delle grandi navi cargo provenienti dall’America. Tra le proposte quella di trasformalo in un pesce di massa in vendita a prezzi popolari


Daniele Peretti


LAGO DI GARDA. Se il granchio blu è arrivato a 90 chilometri dal Lago di Garda risalendo il cuneo salino del Po per 150 chilometri, ci possono essere concrete possibilità che ne possa diventare un’altra specie aliena. Si diceva che il rischio non ci sarebbe stato per il fatto che il granchio blu ha il suo habitat nell’acqua salata ed invece ha dimostrato una grande capacità di adattamento all’acqua dolce ed ora ci si trova di fronte ad una criticità che sarebbe da prevenire e contenere.

Ma come? In natura non ha antagonisti, preda non solo in acqua, ma anche sulle rive per una situazione che pare non avere alternative come testimonia il Wwf di Brescia e Bergamo attraverso il portavoce per il Garda bresciano Paolo Zanollo: “Se oggi abbiamo una certezza è che il granchio blu arriverà fino al lago di Garda come ennesimo elemento di squilibrio dell’ecosistema lacustre. Ma non c’è più niente da fare per fermarlo: se deciderà di arrivare fino al lago, ci arriverà. Noi potremo solo cercare di gestire il fenomeno e prendere spunto dalla vicenda per contrastare invasioni future da parte di altre specie.”

Valutazione disarmante accentuata dalla segnalazione di catture ed avvistamenti nel mantovano ad Ostiglia, a Revere, a Sermide e Felonica cioè ad una novantina di chilometri dal Garda. Il granchio blu è stato segnalato per la prima volta nel 1949 nel Mediterraneo per poi esplodere nel corso di quest’estate con la devastazione delle colture di vongole e ostriche nel Delta del Po; da qui ha iniziato a risalire il fiume arrivando nel ferrarese dove è stato pescato a Pontelagoscuro e Occhiobello, poi nel Polesine a Ficarolo; il 20 luglio è stato segnalato nei canali di bonifica dell’Adige. Ancora Paolo Zanollo: “Non è una specie diadromica quindi in teoria non dovrebbe essere biologicamente portato a vivere sia in acqua marina che dolce. Non è detto che nel Garda riesca ad adattarsi, ma intanto sta dimostrando una capacità di adattamento sorprendente: se nel fiume è risalito grazie al cuneo salino e in acque salmastre, ora dobbiamo constatare, dagli avvistamenti nel mantovano fino alla confluenza col Mincio che la sua capacità di muoversi in acque dolci anche spostandosi via terra, è superiore a quanto si potesse credere. Che la prossima tappa del suo viaggio possa essere il Garda è certo, l’unica speranza è che poi nel lago non riesca ad ambientarsi.”

Ma trattandosi di una specie americana com’ è arrivato nelle nostre acque? Quasi certamente trasportato nelle acque di zavorra delle grandi navi cargo provenienti dall’America; si riproduce al ritmo di 2 milioni di uova per ogni femmina. Purtroppo la bonifica delle barche non è obbligatoria per legge e delle criticità ecologiche ce se ne accorge solo quando diventano un problema economico, cioè quando ormai è troppo tardi. Tra le proposte quella di trasformalo in un pesce di massa in vendita a prezzi popolari con la speranza che una forte domanda possa portare ad una pesca di tale portata da contenere il fenomeno: attualmente a Brescia il granchio blu lo si trova a 6,98 euro al chilo.













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