Il caso

Lago di Garda “a secco”: diminuita la derivazione dell’acqua

Nei primi sette giorni di giugno il lago ha perso tre centimetri. Il vicepresidente della Comunità Filippo Gavazzoni: «Bisogna iniziare ad ottimizzare l’uso irriguo»


Daniele Peretti


LAGO DI GARDA. Per la prima volta in questa stagione sul lago di Garda si è deciso di ridurre la derivazione da 70 a 30 metri cubi al secondo. La decisione presa dal presidente del Consorzio del Mincio Massimo Lorenzi in concerto con Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) si è resa necessaria sulla base del drastico calo del livello dell’acqua che nei primi sette giorni di giugno ha perso 3 centimetri, passando da 85 a 82 centimetri sopra lo zero idrometrico.

Tre centimetri potrebbero sembrare pochi, ma non è così perché corrispondono a 11 mila metri cubi di acqua destinata ad uso idro potabile.

E da qui parte una sorta di braccio di ferro tra la Comunità del Garda e gli agricoltori mantovani che utilizzano, sulla base di una norma emanata nel 1965, le acque del Garda per irrigare.

Su questa realtà è opportuno fare alcune considerazioni.

La prima che è anche la più ovvia, è che le acque del Garda non possono essere considerate infinite e che sono state messe in crisi dalla scarsità di precipitazioni che ha caratterizzato lo scorso anno. Situazione che ha seriamente compromesso anche il Po e la sua funzione di supporto per l’irrigazione. Tant’è che è arrivata una richiesta per le acque del Garda anche da parte del Cer (Canale Emiliano Romagnolo). Però un recupero di acqua del lago non risolverebbe la siccità del Po e si correrebbe SOLO il rischio di creare due punti critici.

«Quello che è mancato fino ad oggi – ha dichiarato Filippo Gavazzoni assessore del Comune di Peschiera e vice presidente della Comunità del Garda – è una programmazione per creare delle riserve idriche e ottimizzare l’uso irriguo. Se i consorzi del Mincio sono stati in grado di ridursi in via eccezionale le portate idriche per risparmiare acqua, sapendo che il comparto agricolo mantovano è tra i più importanti e diversificati in Italia, anche gli altri consorzi dovrebbero fare altrettanto».

Da parte sua il Garda è da anni che crea delle riserve idriche, riserve che oggi potrebbero essere messe a rischio dalle necessità degli agricoltori della Pianura Padana.

Non bisogna nemmeno sottovalutare l’economia turistica che dev’essere salvaguardata col Lago di Garda che non può di certo permettersi di affrontare delle stagioni estive senza il normale utilizzo di acqua. 













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