Crisi idrica, Garda sorvegliato speciale
Il sottosegretario Morelli in visita per verificare lo stato dei fondali del lago: «Problemi anche per il traffico sul lago. Servono risposte strutturali». Le misure al vaglio: nuovi invasi, manutenzione degli acquedotti, piano di razionamenti
TRENTO. La crisi idrica fa paura e i laghi del Nord, Garda in primis, sono i sorvegliati speciali. E’ convocato domani (1 marzo) a Palazzo Chigi il Tavolo interministeriale per l’emergenza idrica e la siccità. «Dopo anni in cui si tanto è parlato di emergenza idrica e siccità, finalmente passiamo ad affrontare questo tema con concretezza», ha annunciato il sottosegretario al Cipe Alessandro Morelli, in visita questa mattina sul lago di Garda per appurare lo stato dei fondali.
La situazione sul Garda è di allarme rosso: a febbraio si raggiunge a piedi l’ormai famosa Isola dei conigli, l’istmo diventato passerella e simbolo della crisi climatica.
«Compito del dipartimento che guido è la capacità di sapere programmare bene e in tempo”, ha detto ancora Morelli, “e credo non ci sia alcun dubbio che su un tema così delicato, in cui sono coinvolte intere comunità e messi a dura prova settori produttivi vitali per la nostra economia, proprio la programmazione debba essere un punto cardine».
L’obiettivo che ci prefiggiamo e che il Tavolo intende perseguire è, oltre a tamponare in tempi brevi le difficoltà del momento, dare avvio ad una discussione seria capace di mettere in campo una pianificazione e una progettualità pluriennali, con lo scopo di garantire una risposta strutturale, prevedendo e avviando un programma di azioni utili e risolutive per i grandi settori coinvolti da questa emergenza come ad esempio l’agricoltura, l’industria, la produzione idroelettrica».
«Siamo consapevoli delle difficoltà che questa crisi determina o può determinare anche per il trasporto pubblico lacustre, per esempio nel caso dei grandi laghi del Nord, dove registriamo una diminuzione della risorsa idrica. La mia visita oggi qui, ospite della Navigazione Laghi, testimonia il segnale di attenzione da parte del Governo alle tante comunità servite da questa modalità trasportistica che potrebbero incontrare non pochi disagi se questa dovesse in qualche modo rallentare o interrompersi. Eventualità che cercheremo di scongiurare in tutti i modi», ha concluso Morelli.
LE MISURE
Una maggior interconnessione fra gli invasi, per spostare l'acqua dai territori dove abbonda a quelli dove scarseggia, è una delle misure che saranno discusse domani al Tavolo interministeriale acqua a Palazzo Chigi. Lo apprende l'ANSA da fonti informate sui dossier. Altre misure possibili, fra le quali il governo dovrà scegliere, sono la manutenzione degli acquedotti, che perdono in media il 40% dell'acqua, ma in alcune regioni fino al 60%, e la riduzione dei consumi, con un piano di razionamenti in caso di necessità.
Si studia anche l'utilizzo delle acque reflue nell'agricoltura e nell'industria, oggi appena al 5% delle potenzialità; il dragaggio degli invasi, la cui capienza è ridotta per la mancata manuntenzione; un migliore monitoraggio dei consumi di acqua, grazie al coordinamento delle banche dati e degli operatori territoriali.
Al Tavolo verrà esaminato anche il "Piano laghetti" dell'associazione dei consorzi di bacino (Anbi), che prevede una rete di nuovi invasi. L'Italia raccoglie solo l'11% dell'acqua piovana, contro il 36% della Spagna. Sullo sfondo di tutte queste misure, c'è l'ipotesi della creazione di un Supercommissario per l'emergenza idrica, o almeno di una Cabina di regia, in grado di superare gli scogli burocratici e velocizzare la realizzazione degli interventi.