Blanco, dal lago di Garda alla conquista del Festival di Sanremo
Riccardo Fabbriconi, classe 2003, dopo la vittoria con Mahmood ha subito rivendicato con orgoglio il rapporto con il suo paese, Calvagese della Riviera
LAGO DI GARDA. Quell’abbraccio con mamma Paola e papà Giovanni e alla fidanzata Giulia (di Lonato) subito dopo la vittoria al Festival di Sanremo, e quella dedica «Per Calvagese!» urlata poco dopo la proclamazione.
Il lato più umano di Blanco è uscito fuori dopo aver scoperto di avere trionfato al Festival assieme a Mahmood.
Blanco, nome d’arte di Riccardo Fabbriconi, classe 2003, è nato e cresciuto a Calvagese della Riviera, un paesino di poco più di tremila anime confinante con Padenghe sul Garda, sulla sponda bresciana del lago di Garda. All’inizio si chiamava semplicemente Calvagese, poi nel 1925 venne aggiunta la dizione “della Riviera” perché dalle colline a est della frazione di Carzago si scorge il lago di Garda, in particolar modo la zona di Sirmione.
Era il favorito della vigilia, Blanco, dopo avere dominato le classifiche italiane con il suo disco d’esordio, e a 19 anni ancora da compiere (accadrà il 10 febbraio) è il secondo vincitore più giovane del festival dopo Gigliola Cinquetti.
La dedica a Calvagese non è uscita per caso, considerando che Blanco è stato per anni il capitano della squadra giovanile della Vighenzi Padenghe, segno di quanto resti attaccato al paese e a tutto il lago di Garda.
E pensare che la collaborazione con Mahmood, che li porterà anche a rappresentare l’Italia all’Eurofestival dopo il trionfo dei Maneskin dello scorso anno, sembrava creata a tavolino per quanto perfetta, ma che invece è nata un po' per caso, quando Blanco è andato nello studio di registrazione dove Mahmood stava lavorando, per conoscerlo.
«E da lì, con il pianoforte davanti è nata Brividi», racconta Blanco, che ha già una collezione in bacheca di 28 dischi di platino, 7 d'oro, un miliardo di streaming totali, secondo artista del 2021 più ascoltato su Spotify, grazie anche al successo del suo album d'esordio “Blu Celeste” certificato Triplo platino.
Era luglio, durante l'estate ci hanno lavorato su, e a ottobre il brano era pronto. «E sono stati i nostri genitori a farci pensare a Sanremo, per noi non era un’opzione in quel momento».
Da una parte il padre di Blanco, dall'altra la madre di Mahmood, con la stessa considerazione: «Questo pezzo arriva subito».
«Potere dei genitori, non sbagliano mai», scherza Blanco, che subito dopo l'annuncio della vittoria, dedicata alla fidanzata Giulia, è sceso in platea per correre ad abbracciare proprio mamma e papà. «Da piccolo li ho fatti dannare, ma oggi vederli piangere per la felicità è una soddisfazione».
Da Sanremo, “Brividi” - che porta le firme di entrambi ed è composto con Michelangelo, che ne è anche produttore - sta già prendendo il largo: un successo già da milioni di stream, finito anche nella global chart di Spotify e in vetta a tutte le classifiche italiane.
Ora li aspetta di diritto l'Eurovision Song Contest, che i Maneskin con la loro vittoria dell'anno scorso hanno riportato in Italia, a Torino il prossimo maggio. L'opzione è quella di tradurre il brano in inglese per oltrepassare i confini, ma loro non sembrano molto convinti di una scelta del genere. «Vedremo, non ci abbiamo ancora pensato, ma il nostro desiderio più grande è portare la musica italiana all'estero», aggiungono Blanco e Mahmood.