il caso

Anguille ancora contaminate nel lago di Garda, prorogato il divieto di pesca

Gli esiti delle ultime analisi non hanno fatto registrare nessun miglioramento dei valori


di Daniele Peretti


GARDA. Confermato da parte del Ministero della Salute il divieto di pesca delle anguille fino al prossimo 19 giugno. Il divieto è stato annualmente prolungato dal 2011 e inibisce sia la pesca che il consumo delle anguille in quanto contaminate da Pcb (una miscela di idrocarburi clorurati). Purtroppo gli esiti delle ultime analisi non hanno fatto registrare nessun miglioramento dei valori medi di contaminazione rispetto ai rilievi del 2015-2016.

I prelievi di anguille per l’ultima campagna di analisi erano stati attuati nel 2022. Gli esiti delle successive analisi, condotte dagli Istituti zooprofilattici dell’Abruzzo e Molise, della Lombardia e dell’Emilia Romagna, non hanno evidenziato cambiamenti di rilievo. Per questo la Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione ha proposto di mantenere in vigore le misure di gestione del rischio già in essere, a causa della persistenza degli inquinanti nei sedimenti lacustri e nel muscolo delle anguille.

Sul tema decisamente caldo per il Lago di Garda interviene Filippo Gavazzoni assessore al Comune di Peschiera nonché vicepresidente della Comunità del Garda. “Quello che non mi è piaciuto è che i risultati delle analisi siano state precedute dalle dichiarazioni di alcuni politici che riportando delle indiscrezioni, quindi voci incontrollabili, avevano parlato di peggioramenti dei dati per essere poi smentiti da quanto emerso ufficialmente dalle analisi che parlano invece di una situazione stabile tant’è che prolungano il divieto per un anno. Ma a questo punto ci troviamo di fronte ad un problema molto serio".

"Dal 2011 non vengono più immesse nuove anguille a causa dei divieti, prima i ripopolamenti avvenivano portandole dagli allevamenti. Dal momento che per via della presenza della diga è impedito il normale transito dei pesci, quasi certamente quelle anguille erano già contaminate dalla diossina e il Lago non ha nessuna colpa. Non solo, ma le anguille sono molto longeve e potendo vivere in assoluta tranqui

llità è altrettanto possibile che siano ancora quelle immesse nel 2011.” Quindi ci si potrebbe di fronte ad una situazione di stallo non migliorabile? “Proprio così. Partendo anche dal presupposto che acque pure non esistono in località abitate e la particolare conformazione alle pari delle abitudini delle anguille, le portano ad essere in contatto con i fattori inquinanti, questo dato potrebbe essere il migliore in assoluto. Quindi dopo la proroga di un anno, cosa vogliamo fare? Si proseguirà all’infinito con un divieto che danneggia l’immagine del Lago Garda o si vorranno prendere in considerazione nuovi parametri?".













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