il caso

Sgarbi si insedia da sindaco ad Arpino e annuncia un referendum: «Il 50% o vado via»

Eletto il mese scorso, ma la somma dei voti delle due liste avversarie è superiore a quelli ottenuti dalla sua lista. Agli assessori deleghe anche a Unesco, Civiltà Classica, rapporti con le religioni e Acqua



ARPINO. Il neosindaco Vittorio Sgarbi ha annunciato l'indizione di un referendum popolare con il quale chiedere ai cittadini di Arpino (Frosinone) la conferma del voto che tre settimane fa lo ha eletto alla guida del Comune.

Il sottosegretario alla Cultura, nonché presidente del Mart di Rovereto, lo ha annunciato ieri sera (2 giugno) al termine della prima seduta del Consiglio Comunale. Lo ha fatto replicando alle critiche del consigliere di opposizione Niccolò Casinelli secondo il quale il voto del mese scorso ha eletto Sgarbi come sindaco ma senza dargli il sostegno della maggioranza dei cittadini in quanto la somma dei voti delle due liste avversarie è superiore ai voti ottenuti dalla lista Sgarbi.

Il neo sindaco ha detto all'aula che convocherà un referendum entro un mese e se non avrà la fiducia di almeno la metà più uno degli arpinati si dimetterà. In precedenza aveva assegnato le deleghe ai suoi assessori, con non poche sorprese. A Massimo Sera è andata la fascia di vice sindaco ed oltre alle deleghe tradizionali a centro storico, lavori pubblici, comunicazione, Protezione civile ed attività sportive ha avuto la competenza ai rapporti con l'Unesco. A Maria Rosaria Manuel sono andate le competenze su tradizione, civiltà classica, dialogo con le religioni, difesa del paesaggio. A Stefania Quadrini tesoro, economia, finanze, bilancio, dipendenti pubblici. A Bruno Biancale patrimonio, beni pubblici, manutenzione, acqua. 













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