la scomparsa

La sorella di Sara Pedri: «Non smetteremo mai di cercarla»

Emanuela ringrazia tutti coloro che hanno partecipato alle ricerche nel lago di Santa Giustina: «Delusi per non averla portata a casa»



TRENTO. Si sono concluse dopo tre giorni senza alcun esito, nel lago di Santa Giustina, le ricerche di Sara Pedri, la ginecologa di Forlì che lavorava al S.Chiara scomparsa il 4 marzo 2021.

La delusione della famiglia di Sara è forte, ma nessuno ha intenzione di arrendersi.

«Avevamo parlato di speranza ma anche di un miracolo. Sapevamo che non sarebbe stato facile per due motivi fondamentali: l'ambiente avverso e il tempo passato.

Nonostante la grande delusione di non averla trovata e portata a casa, siamo sempre stati realisti e consapevoli che poteva andare così». Lo dice Emanuela Pedri, sorella di Sara, in un video pubblicato sui social in cui ha voluto ringraziare tutti quelli che hanno partecipato alle ricerche della sorella.

«Parlando ieri sera con il Comandante Maggiore Guido Quatrale che ringraziamo con tutto il cuore per l'impegno e la grande professionalità, ci siamo ripromessi che continuerà ad esserci una costante perlustrazione ed un' attenzione speciale al lago per cercare Sara perché, a detta sua, "Sara è diventata come una loro figlia"», dice ancora Emanuela. «Le ricerche non finiranno mai finché Sara non torna a casa… Non è una fine ma un inizio».

Emanuela ringrazia i cani dalla Germania, addestrati per la ricerca cadaveri in acqua, l'unità cinofila dei carabinieri di Bologna, specializzata nella ricerca di cadaveri in ambiente terrestre, il nucleo sub di Genova e i vigili del fuoco di zona tra Cles, Cagnò, Tassullo, Taio e Banco e tutti i volontari coinvolti nella ricerca.

Ancora: «Un ringraziamento speciale va al "mio capitano" Guido Quatrale che ha coordinato le ricerche in maniera impeccabile senza tralasciare nulla e credendoci fino in fondo».

«Io e la mia famiglia ringraziamo sempre l'Associazione Penelope Italia Odv che è parte integrante di questa ricerca continua (sia quella fisica, che della verità), senza la quale nulla di tutto questo sarebbe potuto succedere. Un grandissimo grazie va a tutti voi che non ci avete mai abbandonato e avete reso l'attesa più dolce con pensieri e parole di sostegno e vicinanza».













Scuola & Ricerca

In primo piano

la storia

«Fiuto e determinazione, così presi Marco Bergamo» 

Va in pensione Arervo, il poliziotto che il 6 agosto 1992 mise le manette al serial killer dopo una caccia durata tutta la notte. «Nell’83 vidi il corpo di Marcella Casagrande. Certe cose ti segnano per sempre»


Luca Fregona