Il verdetto degli studiosi di Stanford: “Il lockdown non serve a niente”
Secondo gli autori della ricerca comparativa, basata su un modello matematico, la chiusura di attività commerciali, uffici e negozi non produce “alcun effetto benefico evidente e significativo maggiore sulla crescita dei contagi” (nella foto Ansa, piazza Duomo, a Milano, nel marzo 2020)
PALO ALTO. Lockdown? No grazie. Non serve. Lo sostengono gli autori di uno studio comparativo condotto della Stanford University, che hanno messo a confronto le misure adottate da diversi Paesi.
«Non mettiamo in dubbio il ruolo di tutti gli interventi di salute pubblica o delle comunicazioni coordinate sull’epidemia ma non riusciamo a trovare un vantaggio ulteriore negli ordini di stare in casa e le chiusure dei negozi», scrivono gli studiosi americani nella loro indagine. Secondo i quali non si ravvisa «alcun effetto benefico evidente e significativo maggiore sulla crescita dei contagi in nessun Paese».
Lo studio, pubblicato sull’European Journal of Clinical Investigation, si basa su un modello matematico applicato ai dati raccolti in Inghilterra, Francia, Germania, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Inghilterra, Iran e Stati Uniti, tutti Paesi dove è stato imposto il lockdown, e in Svezia e Corea del Sud, che hanno fatto scelte meno rigorose.
Il verdetto è stato netto: la chiusura delle attività commerciali e la scelta di recludere la popolazione nelle proprie abitazioni non ha prodotto gli effetti sperati nel limitare la pandemia.