Focolaio Covid dopo il pellegrinaggio a Assisi, 92 in quarantena
Portavano un presepe da Treviso. Il virus era probabilmente sui pullman: 24 i contagiati
TREVISO. Pellegrinaggio ad Assisi con brutta sorpresa al ritorno per un gruppo di trevigiani, che al rientro in Veneto si sono scoperti positivi al Covid.
Un cluster di 92 soggetti, come ha accertato l'azienda sanitaria Ulss 2 di Treviso, dei quali 24 dichiaratamente contagiati, e 64 - familiari e altri contatti stretti - posti in quarantena.
Nessuno è in serio pericolo. Ma un 78enne del gruppo, ritenuto il caso 'indice' dell'infezione - pur avendo rinunciato poi al viaggio - è finito in terapia intensiva. Le sue condizioni sono state definite discrete dai sanitari. L'uomo era vaccinato, doveva solo ancora ricevere la terza dose.
Il contagio, quasi certamente, non ha nulla a che vedere con Assisi. Il virus viaggiava già sui pullman con cui i pellegrini, compresi parroco e sindaco, erano partiti da Parè di Conegliano (Treviso). Missione: raggiungere Assisi per installare nella Basilica di San Francesco, lo scorso 8 dicembre, un presepio artistico realizzato nella loro parrocchia. Al rientro in Veneto qualcuno ha iniziato a manifestare segnali di malessere. E' così risultato che gran parte dei componenti la comitiva erano positivi ai tamponi.
Partita l'indagine epidemiologica dell'Ulss n.2, è stato definito un cluster di 92 soggetti, molti dei quali saliti 10 giorni prima sui due pullman diretti in Umbria, seguiti da altri concittadini in automobili private, compreso il sindaco Fabio Chies. Il 78enne ora in terapia intensiva, vaccinato con due dosi, si ritiene sia stato l'origine del contagio per il gruppo, nonostante non avesse poi partecipato al viaggio, a causa di un'indisposizione prima della partenza. Il sindaco Chies, che si è trattenuto con la delegazione di Parè soltanto poche ore, ad Assisi, è risultato invece negativo.
Il numero dei soggetti in quarantena potrebbe aumentare qualora, dagli accertamenti tuttora in corso, emergessero altre positività tra gli altri partecipanti al viaggio. Sull'episodio è intervenuta anche il sindaco della città umbra Stefania Proietti, la quale si dice certa che i pellegrini veneti "non possono avere preso il virus ad Assisi perché non risulta alcuna rilevazione o tracciamento da parte del Dipartimento di prevenzione dell'Asl1 dell'Umbria con cui siamo costantemente in contatto". "Pur partecipando alla preoccupazione di tutte le persone che si trovano in questi giorni a combattere contro il Covid - prosegue - pare scorretto e strumentale tirare in ballo il nome di Assisi come fosse un posto insidioso e pericoloso per il contagio della pandemia. Da mesi raccomandiamo a cittadini e turisti di attenersi alle misure di sicurezza, invitiamo tutti a sottoporsi al vaccino, e in tutte le occasioni in cui si possono verificare afflussi di persone adottiamo regole ferree".