Diritti umani, un anniversario con ancora troppi interrogativi


Carlo Bridi


Si celebra oggi il 73° anniversario dalla promulgazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Un anniversario molto triste perché a distanza di tanti anni molti dei diritti solennemente sanciti in quello splendido documento sono rimasti ancora sulla carta.

Si tratta di diritti inalienabili per l’uomo e la donna che l’egoismo umano, le dittature, ma anche una visione miope ed egoista di tanti leader calpestano in continuazione.  Ne parlano oggi agli studenti dell’Istituto Marconi di Rovereto, Vincenzo Passerini e il sottoscritto.

Ma vediamoli questi diritti che vengono calpestati continuamente: cominciamo dall’articolo uno che sancisce solennemente che “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”. Ebbene, è sufficiente uno sguardo alla realtà attuale per capire quanto siamo ancora lontani dal raggiungere questo obiettivo.

Una sottolineatura merita il divario fra ricchi e poveri, durante la pandemia il rapporto fra ricchi e poveri si è ulteriormente allargato, i dieci personaggi più ricchi del mondo hanno una ricchezza che supera quella del terzo dei più poveri del pianeta, ossia 2,5 miliardi. Questo mentre la fascia dei poverissimi è sempre maggiore.

L’art.2 parla di uguali diritti per tutti senza distinzione di razza, di colore, di sesso. Ebbene, da un’analisi anche superficiale ci rendiamo conto quanto anche su questo diritto abbiamo una distanza siderale dal raggiungimento di questa eguaglianza. Per non parlare dell’art. 4 che afferma come: “nessun individuo può essere tenuto in stato di schiavitù, se noi andiamo a vedere quello che succede nella nostra bella Italia dove in certe realtà del sud abbiamo degli autentici lager dove vivono migliaia di braccianti provenienti da paesi extra Ue. Sono persone che vengono sfruttate da caporali senza scrupoli e da imprenditori agricoli disonesti. Se poi andiamo a vedere quello che succede sul confine della Polonia, in Libia, nell’isola di Lesbo, visitata l’atro giorno da Papa Francesco ci rendiamo conto come abbiamo perso ormai ogni residuo di umanità. La cosa che più amareggia è l’egoismo di leader politici populisti duramente condannati a più riprese anche dal Papà che è uno dei pochi leader a livello mondiale che hanno il coraggio di denunciare chiaro e forte questa situazione.

Se prendiamo in esame l’art. 25 e valutiamo la situazione sanitaria con riferimento alla diffusione delle persone vaccinate nel continente africano, scopriamo che a fronte di quasi il 60% delle persone vaccinate con almeno due dosi nei paesi occidentali, abbiamo l’Africa dove le due dosi le ha avute meno della sesta parte!! Ossia sotto il 10%. E questa si badi bene è autentica miopia perché Covid 19 ha messo a nudo una realtà che deve essere considerata, ossia che o riusciremo a debellarlo a livello mondiale oppure tutti i nostri sforzi per proteggerci serviranno ben poco perché arriveranno sempre nuove varianti dai paesi dove la lotta è marginale.

Il diritto all’alimentazione sana ed equilibrata

E’ anche questo un diritto rimasto inapplicato, l’Onu fissa diligentemente sempre nuove date che falliscono regolarmente. Prima con i 10 obiettivi del millennio approvati nell’anno 2000 che prevedevano la fame zero entro il 2015, obiettivo miseramente fallito, ora con l’obiettivo di arrivare a fame zero entro il 2030. Ma siamo molto scettici anche su questa nuova data, negli ultimi anni il numero delle persone in grave stato di malnutrizione a ripreso ad aumentare e ad oggi sono fra gli 810 e le 820 milioni. Ma la cosa ancora più scandalosa è che all’interno di questi oltre 150 milioni sono bambini sotto i 5 anni. Questo, con le conseguenze sullo sviluppo non solo della massa muscolare ma anche della parte cerebrale come spesso ci ricorda il dott. Dario Piccoli pediatra e il fisiatra dott. Giuseppe Frattin nelle loro belle testimonianze che su iniziativa di Assfron portano nelle scuole. Questo, mentre un terzo del cibo prodotto viene buttato dalle famiglie o nelle mense comprese quelle scolastiche.

Il diritto all’acqua potabile

E’ noto come una delle maggiori cause di malattie spesso mortali che colpiscono le aree più povere del mondo è la mancanza di acqua potabile. Secondo l’Oms la cattiva qualità dell’acqua consumata è la responsabile dell’80% delle malattie contratte da quelle popolazioni e particolarmente dai bambini. Ebbene, la nostra esperienza ultra trentennale ci dice che non è un problema irrisolvibile. L’acqua abbiamo riscontrato in Mozambico come in Uganda in Sud Sudan, in Repubblica Democratica del Congo, c’è a varie profondità, ma si può estrarre dalla falda. Un’acqua che nella quasi totalità dei casi è molto buona, e si trova ad una profondità che va dai 35 metri come in Mozambico, fino ai 140 metri come nella Valle del Nilo in Uganda. Ma sempre con una pompa manuale un pozzo può dare acqua pulita, cioè speranza di vita ad una popolazione fra le 1500 e le 3000 persone. Per questo l’appello lanciato da Focsiv, a livello nazionale di riservare lo 0.7% del bilancio statale alla cooperazione internazionale va convintamente sostenuto. Certo, è indispensabile che volontari e cooperanti delle varie Ong che operano in quei paesi siano di una onestà a prova di bomba, ma devono avere anche un grande cuore ed una grande professionalità altrimenti fanno solo danni.













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