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Danimarca e Svezia: «Contro il gasdotto Nord Stream centinaia di kg di esplosivo»

Prosegue la fuga di gas dai tubi danneggiati, stimata in 80mila tonnellate di metano. La nube arriva in Italia ma non ci sono pericoli per la salute. I due Paesi definiscono la situazione «preoccupante per l'ambiente» in una lettera alle Nazioni Unite



ROMA. Dovrebbe arrivare in queste ore sull'Italia la coda della nube di metano che si è formata a seguito della fuga di gas del 27 settembre dai gasdotti Nord Stream 1 e 2, stimata nell'ultimo aggiornamento in 80mila tonnellate di gas fuoriuscito dai tubi danneggiati.

«Non c'è nessun pericolo né di inquinamento né per la salute dei cittadini, dato che la nube si è molto diluita in atmosfera ed essendo il metano un gas climalterante (che incide sul riscaldamento globale), non inquinante». Lo spiega Bernardo Gozzini, direttore del Consorzio Lamma-Cnr, sui dati del rapporto dell'Istituto Norvegese per la ricerca sull'aria (Nilu), in base ai quali la nube si è divisa in 2 parti.

Ma la situazione preoccupa Danimarca e Svezia, che in una lettera congiunta al Consiglio di sicurezza dell'Onu affermano che le esplosioni che hanno causato le perdite di gas da Nord Stream 1 e 2 potrebbero essere dovute alla detonazione di «diverse centinaia di chili di esplosivo».

Nella lettera, i due Paesi esprimono preoccupazione per le possibili conseguenze delle perdite di gas per l'ambiente marino e il clima. Lo scrivono i media danesi e svedesi.













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