Covid, Battiston: “Interventi locali dove i contagi sono più alti”
Il fisico dell’Università di Trento: “Le zone a colori potrebbero essere tardive. L’Alto Adige si avvicina a una situazione critica”
ROMA. Aspettare che scattino tutti i parametri necessari per l'ingresso nelle zone a colori in un'intera regione potrebbe essere tardi, quando a preoccupare sono spesso delle realtà più circoscritte, come province e perfino città: lo rileva il fisico Roberto Battiston, dell'Università di Trento e coordinatore dell'Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).
In vista del Natale, dice all'Ansa, "non credo che in questo mese le zone più esposte potranno risolvere i problemi che stanno incontrando".
L'indice di contagio in aumento lascia supporre che "se oggi abbiamo circa 8.000 infetti e in media 50 morti al giorno, quando passeremo a 2-3 volte tanto, ed è questione di poche settimane, anche il numero dei decessi aumenterà in proporzione. A meno che non ci siano azioni di contenimento di massa per ridurre la crescita, come è avvenuto con successo nel passato".
Per Battiston bisogna considerare che "esistono situazioni specifiche nelle quali gli effetti dell'epidemia sull'incidenza sono così forti da far scattare il lockdown previsto dalla legge e legato al carico sanitario."
Per questo, osserva, "sarebbe saggio concentrarsi su alcune città, come Trieste e Gorizia, che hanno valori così alti da mettere in difficoltà il servizio sanitario locale. Ad un mese da oggi il carico sanitario potrebbe aumentare anche per altre regioni al punto da attivare zone a colori: con il virus, dovremmo ormai saperlo, dobbiamo agire tempestivamente con interventi locali prima che scattino gli interventi restrittivi previsti dalla legge a livello regionale". "Alto Adige e Friuli Venezia Giulia si stanno avvicinando a condizioni critiche".
Se consideriamo che Trento e Bolzano sono vicine e che le due province autonome hanno un numero simile di abitanti, balza agli occhi che a Trento l'incidenza sia al di sotto della media nazionale di 81, mentre a Bolzano è quasi cinque volte superiore alla media. "Differenze come queste si possono spiegare non tanto con spostamenti tra territori, quanto con le vaccinazioni, che in Alto Adige sono il 7% in meno che nel Trentino". Per Battiston "non avere implementato tempestivamente misure restrittive in province come quella di Trieste, ridurrà l'efficacia e allungherà i tempi di un intervento di limitazione a livello regionale".