IL PUNTO

Coronavirus, Sileri: "Scongiurare il lockdown. Situazione da gestire per aree"

Il viceministro della Salute: "L'Italia non naviga a vista, la strategia immediata è contenere il virus". "Situazione diversa da marzo. Negli ospedali arrivano anche persone che non avrebbero necessità di ricovero e che magari sul territorio non trovano una risposta" (foto Ansa / Ciro Fusco)



ROMA. Sarebbe stato facile, alle prime avvisaglie della recrudescenza del virus, «annunciare una nuova chiusura generalizzata» come hanno fatto altri Paesi. Ora «siamo in una situazione diversa rispetto a marzo quando la chiusura totale preservò la Nazione. Ora possiamo gestire, proteggendo salute ed economia insieme, valutando per aree».

Lo dice in un'intervista a 'Il Corriere della Sera' Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute. «Il virus non è cambiato rispetto a prima. Oggi registriamo una diffusione prevalentemente in ambito familiare - spiega - ma negli ospedali arrivano anche persone che non avrebbero necessità di ricovero e che magari sul territorio non trovano una risposta».

L'Italia in ogni modo «non naviga a vista. Siamo in piena emergenza e l'unica strategia immediata è quella orientata al contenimento dell'epidemia». È possibile pensare, secondo Sileri, che la ripresa dell'Italia «possa partire proprio da chi il virus l'ha già avuto e superato, ma saranno gli scienziati a dircelo». Si tratta «di un numero di persone che nel giro di un trimestre potrebbe costituire una percentuale significativa di italiani. Nel mentre, cerchiamo di piegare la curva».

Sileri non è preoccupato per la salita dei positivi, «perché il positivo non è necessariamente malato, ma, specie in alcune aree» dichiara di essere «preoccupato del numero dei ricoveri, in particolare nelle terapie intensive. Va rinforzato il servizio territoriale, ma solo gli idioti indicano colpevoli». Le proteste di piazza, in un momento così difficile, «le ritengo pienamente comprensibili e spesso giuste. A patto però che siano pacifiche».

Ora dobbiamo «adoperarci tutti insieme per scongiurare un secondo lockdown nazionale» sottolinea. Il vaccino «sarà probabilmente la soluzione alla circolazione del virus», ma dev'essere «sicuro ed efficace, dovremo aspettare che sia prodotto in larga scala e poi che tutti lo facciano. Passerà inevitabilmente molto tempo». Comunque è plausibile «che già prima il virus possa regredire per gli effetti dell'immunità di gregge».













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