Bullizzato per le cicatrici, i genitori lo tolgono da scuola. La Federazione rugby lo invita allo stadio
I dati dell'Istat: le vittime sono soprattutto i ragazzi poveri
VENEZIA. Prima il dolore e la sofferenza per il recupero dopo un incidente stradale, poi un altro dolore, quello della discriminazione e delle umiliazioni subite al rientro a scuola, da compagni e insegnanti. Alla fine, per un ragazzino di 12 anni residente nella Bassa Veronese non è rimasta altra soluzione che chiedere il cambio di scuola.
L'incidente risale allo scorso anno, quando il dodicenne venne investito da un furgone. L'episodio ha comportato per il ragazzo una serie di delicati interventi chirurgici, al capo e al volto, che gli hanno permesso di recuperare una certa normalità, ma hanno lasciato alcune cicatrici visibili. Al nuovo anno scolastico, invece di incontrare simpatia e vicinanza, ha dovuto scontrarsi con atteggiamenti sprezzanti e offese.
Tra gli episodi imbarazzanti raccontati ai genitori, quello di un docente che gli avrebbe toccato la cicatrice sul volto, quasi a esaminare l'esito delle operazioni chirurgiche. Di fronte alla protesta della famiglia, l'istituto ha richiamato l'insegnante, che però non si sarebbe scusato personalmente.
Sono poi seguite le persecuzioni dei compagni di classe, con prese in giro e offese: "Sei un mostro", gli avrebbe detto uno, "Dio ti ha lasciato quella faccia per punirti", un altro.
Durante il periodo di Carnevale c'è stata la crisi definitiva, con la voglia di mollare la scuola. La famiglia ha così deciso di tenere a casa il figlio per due settimane, e infine i genitori hanno chiesto all'Istituto il nulla osta per iscriverlo altrove. La dirigenza, dopo aver punito alcuni dei ragazzi che avevano offeso il dodicenne, ha deciso di attivare qualche ora di didattica a distanza, e cercare di rendere il clima più sereno.
Del caso si è occupato Alberto Pallotti, presidente dell'Associazione Italiana Famigliari e Vittime della Strada, il quale ha chiesto che il ministero dell'Istruzione mandi un'ispezione alla scuola. Al ragazzo, aspirante rugbista ma che non potrà svolgere sport di contatto per le lesioni subite nell'incidente, è giunto un invito dalla Fir, che lo ha ospitato a Italia-Galles di Sei Nazioni.
Quello del dodicenne veronese è l'ultimo caso di un fenomeno che investe soprattutto ragazzi poveri e che vanno male a scuola, secondo quanto emerge da un'indagine dell'Istat sui casi di bullismo, illustrata oggi dal Direttore della Direzione centrale delle statistiche demografiche e del censimento della popolazione Saverio Gazzelloni, in audizione davanti alla Commissione Giustizia della Camera. Tra i ragazzi italiani delle medie e superiori nel 2021 il 9,2% dichiara di aver assistito in prima persona o di essere venuto a conoscenza durante la pandemia di episodi di cyberbullismo sui suoi compagni di scuola (oltre 350 mila ragazzi), e tra gli studenti stranieri la percentuale sale al 12%. Il 10,3% dei ragazzi e il 12,5% delle ragazze ha dichiarato di essere stato offeso o preso in giro anche on line, o di aver subito aggressioni fisiche. Il 4,2% degli studenti e il 5,3% delle studentesse delle secondarie ha dichiarato di essere stato offeso (anche on line) con soprannomi, parolacce e insulti. Presi in giro per l'aspetto fisico e il modo di parlare il 3% dei ragazzi e il 3,9% delle ragazze.