giovani agricoltori

Manuel Giovannini, dai vigneti di famiglia alle “sue” barbatelle

Il 25enne è cresciuto in una storica famiglia di agricoltori di Mezzocorona


di Carlo Bridi


MEZZOCORONA. La storia che raccontiamo oggi merita di essere letta particolarmente dai giovani in quanto è una bella lezione per tanti ragazzi che non riescono a trovare la strada per farsi una professione, per creare le condizioni ideali per dare un futuro economico alla propria azienda. Certo, si tratta di un giovane che ha avuto la fortuna di avere la madre altoatesina, che gli ha permesso di crescere perfettamente bilingue. Anche la sua formazione professionale durata un quinquennio l’ha maturata in Alto Adige, alla scuola agraria di Laimburg. Parliamo di Manuel Giovannini, 25 anni, cresciuto in una storica famiglia agricola di Mezzocorona.

"E’ stata la passione che mi ha portato a queste scelte, passione maturata fin da bambino quando andavo in campagna con il papà”, racconta. Cinque anni orsono, nel momento in cui ha chiesto il premio d’insediamento, con papà Giuseppe e zio Giorgio ha costituito la società semplice agricola della quale è diventato il legale rappresentante.

L’organizzazione aziendale

Siamo in presenza di un’azienda di superfici decisamente superiori alla media, in quanto ad oggi i vigneti coltivati superano i 15 ettari fra quelli in proprietà e quelli in affitto. Sono collocati nell’area che va da Roveré della Luna a Gardolo, Mezzolombardo compreso. La varietà prevalente è il Pinot Grigio per il 60% del totale della superficie aziendale, in ordine decrescente: il Teroldego Rotaliano, con il 30%, il 5% di Chardonnay e il 5% di Lagrein. Ogni varietà è collocata nel posto più vocato in modo da poter conferire al Gruppo Mezzacorona uve di prima qualità. Il parco macchine tutto abbastanza nuovo grazie agli incentivi pubblici comprende 5 trattrici, tre atomizzatori tutti dotati di sistemi antideriva, la macchina per il diserbo meccanico, la sfogliatrice e tutte le altre attrezzature minori necessarie in un’azienda agricola.

Dallo scorso anno Manuel grazie al supporto di papà è partito con un’altra azienda individuale, un’azienda vivaistica per la produzione di barbatelle di vite dal nome: “Vivai Manuel Giovannini”. Già al primo anno ha realizzato fra i 100 e i 120.000 innesti che hanno dato una resa in barbatelle fra le 80 e le 85 mila.

E il mercato? “Non ci sono problemi per la vendita delle barbatelle che faccio direttamente, la maggior parte va in Trentino e Alto Adige: sono molto agevolato dalla conoscenza della lingua tedesca che mi permette di dialogare con quel mondo di Alto Adige, Austria e Germania che è un buon mercato per le nostre barbatelle, ma parte va anche in altre regioni italiane. Le varietà più richieste sono il Lagrein, lo Chardonnay, il Muller Thurgau in Germania e il Risling in Austria. Ma c’è anche una domanda crescente delle varietà di viti resistenti, sia di quelle gestite direttamente dal Consorzio innovazione viticola del Trentino come il Termantis e il Sauvignon grise, che della varietà Solaris. La domanda è in aumento particolarmente all’estero”, precisa Giovannini.

Alla domanda se sia pentito della scelta fatta, visto che fra azienda viticola e vivai ha molto da correre, netta la risposta: “Assolutamente no, la grande passione per la mia professione mi permette di superare anche i sacrifici che ovviamente comporta un’attività così complessa”.

E i suoi rapporti con l’ambiente quali sono? "Sono molto sensibile ai temi ambientali, mi impegno al massimo nel rispetto dell’ambiente facendo solo i trattamenti indispensabili, utilizzando la confusione sessuale per gli insetti su tutti i vigneti, eliminando completamente il diserbo chimico”.

Ma a questo punto perché no al biologico? "Per una ragione molto pratica: avendo parte dell’azienda vivaistica in Veneto, è impossibile un calendario di difesa che impone la viticoltura biologica”.

E l’uva dove viene conferita? “Alla Cantina del Gruppo Mezzacorona, che è molto impegnata nella valorizzazione dei nostri prodotti. La liquidazione delle uve è buona, anche considerano il momento che non è dei migliori per la riduzione del potere d’acquisto di molti consumatori. Ma non solo, c’è il problema dell’alto costo del denaro che frena lo sviluppo. Manuel Giovannini è socio attivo sia di ANGA, l’organizzazione dei giovani imprenditori agricoli aderente a Confagricoltura, che del locale Club 3P, un organismo storico per lo sviluppo dell’agricoltura di Mezzocorona che chi scrive ha costituito nel lontano 1957. Associazione questa facente capo a Coldiretti Giovani Impresa. Una borgata Mezzocorona, dove i giovani impegnati in agricoltura sono ancora una quarantina, stima Manuel.

E gli amici cosa dicono delle sue scelte? “Le condividono e le sostengono anche perché sono tutti del mondo agricolo e sono loro che mi segnalano molti potenziali clienti delle mie barbatelle”.

E per il futuro cosa chiede all’ente pubblico in supporto dei giovani imprenditori agricoli? “Che vengano concessi mutui a tasso zero a 10 anni a chi intende costruire una propria azienda, perché con i costi attuali del denaro non si fa nulla”.













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