giovani nei campi

Daniele Sega, viticoltore a Pilcante, si batte per il ritorno dei giovani all’agricoltura

Il 29enne: «Un lavoro sempre più difficile ma volevo dare continuità ad un’azienda che era di mio nonno, poi di mio padre e che diventerà mia»


di Carlo Bridi


PILCANTE DI ALA. La storia di quest’oggi ci porta a Pilcante di Ala, un piccolo paese di appena 400 abitanti, nel quale ci sono 5-6 giovani che fanno l’imprenditore agricolo a tempo pieno, più altri che sono a part-time. Una vera eccezione, dovuta al fatto che in questi anni la viticoltura della zona, grazie al fatto che la Cantina Sociale di Ala è socia della Cantina Mezzacorona, valorizza in modo adeguato l’uva prodotta. La varietà principale nel fondo valle è il Pinot Grigio, mentre sulle pendici della domina lo Chardonnay usato in larga parte come base spumante. E’ in questo contesto molto agricolo che è nato ed è cresciuto Daniele Sega, un ventinovenne che ha frequentato la scuola professionale all’Istituto Agrario di San Michele, dove dopo 4 anni di scuola ha ottenuto la qualifica di operatore zootecnico specializzato. Una specializzazione che era dovuta alla passione particolarmente per le vacche da latte. Ma una specializzazione che è servita a poco al giovane Sega, in quanto appena terminati gli studi si è inserito nell’azienda viticola del padre, un’azienda di oltre 4 ettari di vigne.

Con l’anno 2023, però Daniele ha voluto avviare una sua nuova azienda prendendo in affitto un ettaro e mezzo di vigneto, tutto in fondo valle e pertanto coltivato con la varietà di vite più adatta, ossia il Pinot Grigio. Chiesto ed ottenuto il premio d’insediamento, Daniele ha utilizzato l’aiuto legato al premio per acquistare un atomizzatore moderno dotato di tutti gli accorgimenti per combattere al meglio le crittogame, in tempi come quelli attuali che - causa l’impazzimento del clima - sono sempre più difficili come la primavera di quest’anno. «Prima le gelate di aprile che hanno portato via fra il 20 e il 30% come minimo della produzione, poi due mesi di maggio e giugno piovosi come non mai che hanno lasciato conseguenze più o meno forti in tutti i vigneti della zona e non solo», ricorda Daniele.

«Ora ci avviciniamo alla vendemmia, con qualche problema di attacco della malattia anche sui grappoli nonostante la grande attenzione che abbiamo avuto trattando in ogni finestra di buon tempo. Certo è – sospira Daniele - che fare il viticoltore è sempre più difficile. Fra gelate, grandinate, siccità alternata a periodi di pioggia eccessiva. Per fortuna abbiamo la polizza assicurativa che ci garantisce almeno il recupero dei costi di produzione». Parte del premio d’insediamento è servita per l’acquisto dell’attrezzatura per il diserbo meccanico del vigneto alternativo a quello chimico a dimostrazione della sensibilità ambientale del giovane Daniele.

Alla domanda sul perché della sua scelta professionale è argomentata la risposta: «Nel paese di Pilcante, con le opportunità che offre la viticoltura, con la conseguenza che molti giovani hanno scelto di fare il viticoltore, mi sembrava ovvio e scontato che anch’io avrei scelto quella professione. Va poi aggiunto che mi sentivo in dovere di dare continuità ad un’azienda che era di mio nonno, poi di mio padre e che diventerà mia».

«Come accennavo – prosegue Daniele – sono titolare della mia azienda da un paio d’anni ed ho molti progetti per il futuro: il primo è quello di ampliare l’azienda anche se non è molto facile perché i giovani viticoltori sono parecchi. Vorrei introdurre in zone più vocate anche altre varietà cominciando dallo Chardonnay, molto richiesto dalla capo gruppo Mezzacorona, come base spumante per fare il Trentodoc».

Un sogno nel cassetto? «Poter rafforzare economicamente la mia azienda in modo da poter vivere il mio futuro in modo decente, e farmi una bella famiglia». C’è da scommettere che un ragazzo così pieno di buon senso come Daniele, troverà l’anima gemella con la quale condividere la sua vita.

A questo punto chiediamo a Daniele se qualche volta si è pentito della sua scelta: «Non ho mai preso in considerazione la scelta di altre professioni, non riesco a vedermi a svolgere un altro lavoro che non sia quello del viticoltore”.

Il suo rapporto con l’ambiente è di grande attenzione: «Noi contadini – afferma - viviamo i cambiamenti climatici sulla nostra pelle. Per questo siamo impegnati nel dare il nostro contributo con un modello di coltivazione sempre più sostenibile dei nostri vigneti. Il modello di viticoltura integrato spinto che ha voluto la Cantina Mezzacorona ci porta a contenere al massimo i trattamenti antiparassitari ed anticrittogamici».

Molti gli impegni nel sociale di Daniele: per sei anni è stato presidente del Club 3P di Ala, ora è presidente della sezione Coldiretti dell’intero comune di Ala, incarichi che lo hanno portato anche a diventare consigliere comunale della città di Ala. Se c’è un aspetto che Daniele tiene a sottolineare più volte è quello del ritorno dei giovani all’agricoltura. «Un fenomeno molto marcato ad Ala con oltre una decina di giovani impegnati professionalmente in agricoltura e almeno una ventina di part-time. La maggior parte aderisce al Club 3P che ha un’attività molto vivace. Il tutto sull’esempio del fondatore dei club 3P in Trentino, del quale ho letto il libro molto interessante sulla sua storia».













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