giovani protagonisti

Chiara Bernardi, allevatrice a 23 anni: «La mia grande passione per le vacche da latte»

Dopo l’Istituto agrario di San Michele la laurea in Scienze animali: «Punto alla modernizzazione dell’azienda. Noi donne abbiamo una marcia in più»


di Carlo Bridi


CALAVINO. Grazie alle informazioni dello Junior Club giovani allevatori del Trentino, siamo in grado di proporre anche oggi la bella storia di una ragazza di soli 23 anni che ha una grande passione per l’agricoltura e per la zootecnia da latte in particolare. Parliamo di Chiara Bernardi, che dopo aver concluso il quinquennio di scuola superiore all’Istituto agrario di San Michele, con l’obiettivo di specializzarsi ulteriormente nel settore zootecnico, si è iscritta al Corso dell’Università di Padova per il conseguimento della laurea magistrale in Scienze animali. Ora è all’ultimo anno e una volta completati gli esami sta pensando alla tesi in quanto punta a laurearsi o per fine anno 2024 o per l’inizio del nuovo anno.

Ma come fa a conciliare l’attività di allevatrice con la frequenza all’Università Patavina? "Certo c’è bisogno di un certo sacrificio – racconta -, ma tutti i fine settimana torno a casa anche durante il corso, e poi durante il periodo di vacanza all’università sono sempre in azienda. Abbiamo anche vigneti e frutteti, ma a me interessano particolarmente le vacche, precisa la quasi laureata”.

L’organizzazione aziendale

“La sede della stalla è a Ponte Oliveti, in mezzo a vigneti e frutteti, ma nel nostro piccolo paese, afferma Chiara, vi sono ben tre aziende zootecniche gestite da giovani. Il problema principale è quello di trovare prati anche in affitto per produrre abbastanza foraggio vista l’alta vocazionalità viti-frutticola della zona: noi abbiamo oltre 20 ettari coltivati a prati e erba medica fra proprietà e affitto più sei ettari coltivati a mais ceroso visto che con il nostro latte si fa latte di alta qualità e non Trentingrana. Le manze durante il periodo estivo vengono monticate a Malga Valle Orsola, nel comune di Folgaria, mentre le vacche rimangono in stalla. L’azienda oltre ai prati per la produzione del foraggio dispone anche di vigneti su una superficie di 3.5 ettari mentre tre ettari sono coltivati a frutteto. La mandria ha un totale di 64 capi bovini dei quali esattamente la metà sono vacche in lattazione. La quasi totalità dei capi è di razza Frisona e solo pochi capi di Bruno alpine. La produzione media/capo a lattazione è fra le più alte che abbiamo registrato, siamo nell’ordine dei 122,5 quintali/capo/lattazione di latte di ottima qualità. Gli ultimi dati delle analisi ci parlano di grasso al 4,24% mentre le proteine sono anche queste molto buone, siamo al 3,41%. Tutto il latte è stato catalogato dalla Latte Trento, dove lo conferiamo, “Alta qualità latte coop”. Di conseguenza anche il prezzo liquidato dall’ultimo bilancio della nostra cooperativa è buono, siamo ad una media di euro 0,76 a kg. Certo, i costi di produzione sono in continuo aumento ma ci pare che la liquidazione, confrontando anche i prezzi degli altri caseifici, sia soddisfacente”.

Ma perché una ragazza di 19 anni, appena completata la scuola superiore, ha scelto di entrare in azienda? A gestirla una società semplice agricola della quale lei stessa, assieme al padre Dario, è legale rappresentante. Decisiva la grande passione per la zootecnia, tant’è che con il premio d’insediamento ricevuto nel 2019 ha acquistato un nuovo carro miscelatore per la distribuzione del pastone alla mandria e una nuova vasca refrigerante più grande, di 15 hl, collocata in sala mungitura, per la conservazione del latte appena munto fino al ritiro da parte dei camion della cooperativa.

Ma perché la scelta? “Innanzitutto per dare continuità all’azienda avviata dal nonno e sviluppata da papà, ma alla base c’è una grande passione per le vacche da latte, credo che questa sia la base di tutto”, sottolinea Chiara. Anche il corso di laurea è funzionale ad una ulteriore formazione in questo settore. “Io – afferma Bernardi - sono convinta che noi donne abbiamo una marcia in più, abbiamo delle grosse potenzialità che dobbiamo esprimere. Anche i progetti futuri vanno in questa direzione: innanzitutto la laurea, poi una ulteriore modernizzazione della nostra azienda. Non escudo la possibilità di integrare il reddito con un lavoro part-time riferito alla mia specializzazione”, precisa.

C’è anche un sogno nel cassetto: “Il primo è quello di farmi una bella famiglia con il mio fidanzato Gianluca, anche lui con grande passione per la zootecnia, già nostro giovane protagonista (n.d.r.), ma penso di fare qualcosa anche con le mie due sorelle: la seconda frequenta il primo anno alla FEM ed è già appassionata al settore zootecnico”.

Alla domanda se è pentita di una scelta che comporta molti sacrifici, la ragazza afferma di non aver mai avuto dubbi sul fatto della scelta professionale, “fatta di mia spontanea volontà senza nessuna pressione”.

Il rapporto con l’ambiente di Chiara è di grande rispetto: per il mondo della natura e l’allevamento sostenibile. “Non ho mai pensato al biologico perché non c’è l’input della cooperativa e vedo che abbiamo fatto grandi progressi sul fronte dell’integrato”. Chiara è impegnata nella Pro Loco di Calavino ed è istruttrice degli allievi del Corpo dei vigili del fuoco di Calavino. E’ inoltre socia molto attiva dello Junior Club, l’associazione dei giovani allevatori aderenti alla Federazione Allevatori.













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