Rurali, primo no ai “ribelli” «La fusione può partire» 

Il caso. Il Tribunale di Trento respinge la richiesta di sospensiva presentata dai 400 soci contrari. L’8 gennaio il giudizio di merito. I soci annunciano: «Manifesteremo in via Segantini»


DANIELE ERLER


Trento. Altro colpo di scena nella vicenda della fusione fra la Cassa rurale di Lavis e quella di Trento. Il Tribunale ieri ha respinto – con un decreto – la richiesta di sospensiva, presentata da circa 400 soci contrari, rappresentati dallo studio Onida di Milano. Nel merito il giudice si esprimerà l’8 di gennaio.

Ma già questo passaggio ha un effetto molto concreto. Il primo di gennaio la fusione potrà partire, come già previsto dai promotori. E il processo ormai è irreversibile, perché – secondo le norme e quanto affermano gli stessi ricorrenti – non si potrà più tornare indietro. Al massimo, dicono sempre i ricorrenti, se i soci dovessero vincere il ricorso nel merito, potrebbero ottenere forse un rimborso dei danni. Come è facile immaginare, la notizia ieri ha avuto l’effetto di una bottiglia di benzina, gettata nel fuoco delle polemiche.

La notte del PalaRotari

Facciamo un piccolo passo indietro. Con il limite invalicabile della fine dell’anno, il ricorso era stato depositato con urgenza venerdì. La fusione tra le due banche era stata votata, nell’ormai famigerata notte del PalaRotari, da 1.252 soci sui 1.750 presenti. A Trento invece il sì era arrivato dalla quasi totalità dei soci.

Il ricorso si concentrava però non tanto sul risultato finale, quanto sulla modalità di votazione e di calcolo delle deleghe. Se questa fosse una partita di calcio, ieri i promotori della fusione avrebbero segnato un gol decisivo, anche se la partita ancora non si è conclusa. Il punto ha avuto il benestare dell’arbitro, al di là delle proteste che difficilmente scemeranno nei prossimi giorni, mentre la fusione potrà andare avanti.

La voce dei contrari

I rappresentanti dei soci contrari già ieri sera hanno fatto sentire, a caldo, la loro voce. Come prima cosa, si sono collegati con lo studio dell’avvocato Onida per comprendere gli effetti dell’ordinanza che ha respinto la richiesta di sospensiva.

Poi hanno ricordato ancora una volta il motivo del loro dissenso. A partire dal fatto che è la prima volta in Trentino che si assiste a un ricorso popolare di questa importanza. Ci sono video registrazioni che dimostrerebbero - sostengono loro - le contraddizioni delle modalità del voto. Nel ricorso si va però ancora più indietro, contestando la correttezza dei verbali dell’assemblea di maggio. Con gli interventi contrari alla fusione che sarebbero stati omessi - sostengono sempre i ricorrenti - dai verbali.

Fra i punti contestati c’era anche il fatto che la fusione non avesse ottenuto il benestare della Provincia. Secondo il Tribunale, «l’autorizzazione della Provincia deve ritenersi necessaria solo in caso di fusioni riguardanti più banche di credito cooperativo aventi tutte carattere regionale». Il problema è capire se davvero le due banche in questione hanno rilevanza extra regionale, solo perché afferiscono a Cassa centrale banca.

L’annuncio delle proteste

Ma questo attiene soprattutto al merito e dovrà essere giudicato dal Tribunale nel prossimo passaggio, a fusione già avviata. Perché le tesi dei ricorrenti non sono state giudicate sufficienti per determinare una sospensiva.

«La protesta non si fermerà qui - spiega uno dei coordinatori dei soci contrari -. Tutti i media nazionali e le trasmissioni avranno gli elementi per arrivare in Trentino a verificare di persona quello che è successo».

Non solo. I soci annunciano anche manifestazioni in via Segantini a Trento, sotto la sede della Cooperazione. Il terreno dello scontro sembra si sia spostato ancora un po’ più in là. Con un Natale che in Rotaliana si prospetta tutt’altro che sereno.













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