L'Università di Trento si "allea" nuovamente con Itas Mutua
Di durata quinquiennale, l’accordo contribuirà a diffondere la cultura assicurativa tra giovani e adulti
TRENTO. È stato firmato questa mattina, presso la sede Itas a Trento, l’accordo di collaborazione fra la Compagnia e l’Università degli Studi di Trento che per i prossimi cinque anni promuoverà il rapporto fra due istituti. In particolare, le due realtà collaboreranno attivamente per sviluppare nuove e ulteriori iniziative formative e culturali idonee a favorire lo sviluppo di conoscenze e competenze sul territorio, creare opportunità di inserimento e potenziamento nel tessuto sociale da parte dei giovani laureati, promuovere la diffusione e la consapevolezza della cultura assicurativa tra i giovani e gli adulti.
Con questo accordo inoltre, Itas e Università di Trento si impegneranno a promuovere il dialogo tra imprese e territorio e ad attivare partnership scientifico-accademiche con altri atenei e centri di ricerca sulle tematiche assicurative. Centrale sarà anche l’attivazione di tirocini curriculari, post laurea e extra curriculari presso Itas e la promozione di tesi di laurea e ricerche di settore, attraverso specifici premi e finanziamenti.
«Siamo molto orgogliosi di rinnovare questa preziosa collaborazione con l’Università di Trento – afferma Giuseppe Consoli, presidente Itas – grazie alla quale potremo sviluppare nuovi e importanti progetti legati alle tematiche assicurative e dare una forte spinta alla ricerca in ambito mutualistico, valorizzando così in modo sempre più scientifico la nostra particolare natura di mutua assicuratrice. La durata dell’accordo, inoltre, ci pone in condizione di lavorare su innovazioni e buone prassi che permetteranno alla nostra Compagnia di guardare con sempre maggiore fiducia alle sfide del sistema economico nazionale dei prossimi anni».
«Il legame con un attore così importante come Itas – afferma Flavio Deflorian, rettore dell’Università di Trento – ci permette non solo di ampliare le competenze dei nostri progetti formativi, ma anche di dare delle interessanti possibilità di crescita ai nostri studenti, laureati e ricercatori, che saranno così in grado di dialogare con una delle massime realtà economiche del nostro territorio».