La nomina

Istituto Trento Doc, Zanoni confermato presidente

Il direttore generale di Cavit alla guida per altri tre anni. Carlo Moser resta alla vice presidenza


Carlo Bridi


TRENTO. Enrico Zanoni, direttore generale di Cavit, e presidente uscente, è stato confermato all’unanimità dall’assemblea dei soci dell’Istituto Trento Doc alla presidenza per il prossimo triennio.

E’ questa la conferma dell’equilibrio e della lungimiranza con la quale Zanoni sta guidando ormai da 10 anni lo strategico comparto dello spumante metodo classico trentino, Trento Doc appunto. L’unico settore nel comparto vini che è promosso in forma unitaria, una scelta sicuramente pagante e un esempio anche per i vini fermi.

Un settore, quello del Trento Doc, che tutto sommato ha tenuto anche nel 2020, anno delle grandi chiusure del settore Horeca a causa Covid-19. Ha sofferto solo il Trentodoc normale ma tutti i millesimati e le riserve non hanno subito nessun rallentamento nelle vendite.

Sono questi i dati usciti dall’assemblea che hanno confermato anche il vice presidente Carlo Moser. Del Cda fanno parte inoltre: Roberta Giuriali di Maso Martis, Lucia Letrari di Letrari, Andrea Buccella di Cesarini Sforza, Stefano Fambri di Rotari- Gruppo Mezzacorona, Matteo Lunelli di Cantine Ferrari, Andrea Pisoni di Pisoni F.lli e Federico Simoni di cantine Monfort.

A margine all’assemblea abbiamo sentito Enrico Zanoni per capire quali sono le strategie future dell’Istituto. “La nostra azione - precisa il presidente - proseguirà nello sviluppo della comunicazione, visti i risultati conseguiti, ponendo al centro i consumatori finali dopo aver dedicato la nostra attenzione ai sommelier e al canale Horeca. Siamo convinti che su questa strada c’è ancora molto da fare”. precisa il presidente.

Alla nostra domanda sull’impatto Covid-19 sulle vendite del Trentodoc, il confermato presidente precisa che “il clima che si respirava in assemblea era un clima positivo, le modeste flessioni nelle vendite nel 2020, ma solo della linea base, dopo costanti aumenti a due cifre che durava da molti anni, non ha intaccato la domanda dei millesimati e dei riserva, a dimostrazione che il consumatore sa scegliere. Ma tutti noi siamo convinti che il calo è solo contingente e non strutturale”.

Intanto il comparto in Trentino continua a crescere: i soci dell’Istituto hanno raggiunto la cifra di 57 ma di sicuro entro l’anno arriveranno al tri due nuovi soci presa il presidente. Le etichette sono 177, poco più di tre per azienda di media, mentre gli ettari dedicati alla produzione di uve spumante in Trentino sono 1150 corrispondenti all’11% del totale.













Scuola & Ricerca

In primo piano