LAVORO

In Trentino la disoccupazione è in calo: 1.500 in meno. Boom dell'agricoltura

Lo dicono i dati del secondo trimestre rapportati allo stesso periodo dello scorso anno



TRENTO. La forza lavoro in Trentino è pari a 249.000 unità, a un livello simile (-0,6%) a quello registrato nel secondo trimestre del 2017. Questo risultato deriva da una variazione positiva degli uomini dell'ordine dello 0,9% e da un decremento delle donne del 2,3%. Gli occupati restano stabili a 236.000 unità, con un contributo positivo degli uomini (+2,8%) e una riduzione delle donne di entità simile (-3,2%). In termini assoluti gli uomini occupati sono pari a 132.000 unità e le donne a 104.000 unità.

Sono i dati dell'Istat che la Provincia autonoma di Trento ha diffuso, con rilevazione coordinata dall'Ispat (Istituto di statistica della provincia di Trento). I dati, a quanto viene evidenziato, presentano una situazione tendenziale del mercato del lavoro stabile sul fronte dell'occupazione e in miglioramento per quanto riguarda la disoccupazione: gli occupati risultano agli stessi livelli del secondo trimestre 2017 mentre si rileva, nello stesso periodo, una contrazione del numero dei disoccupati (circa 1.500 unità), con significative differenze dell'andamento per genere.

Sono i settori dell'agricoltura (16,1%) e degli altri servizi (6,8%) a rilevare gli aumenti più importanti di occupazione. L'industria cresce nel complesso dello 0,2% mentre i servizi calano dello 0,8%, per effetto di una riduzione degli occupati nel settore del commercio, alberghi e ristoranti del 17,9%, legata anche all'avvio lento dell'ultima stagione turistica. I disoccupati sono pari a 12,4mila, con un calo evidente e pari a circa 1.500 unità, risultato di una riduzione molto marcata della disoccupazione maschile (circa 2.300 unità).

I dati del secondo trimestre 2018 mostrano un incremento degli inattivi pari al 2,2% e, coerentemente con l'andamento dell'occupazione e della disoccupazione: tale valore è la risultante di un calo della componente maschile (-3,4%) e di un incremento di quella femminile (5,9%). 













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