Fondazione Mach, si sblocca la situazione per il cda
Ottimista Roberto Simoni, il presidente della Cooperazione: «Ho trovato disponibilità da parte degli interlocutori, a breve si troverà la soluzione del problema»
TRENTO. Il presidente della Federazione Trentina della Cooperazione Roberto Simoni, che ha avuto l’incarico dalle organizzazioni professionali agricole di tirare i fili sulla complessa matassa della nomina dei 4 rappresentanti del mondo agricolo, nel consiglio d’amministrazione di Fondazione Mach, è abbastanza ottimista sul fatto che finalmente dopo oltre 12 mesi di muro contro muro la situazione si stia sbloccando.
«Ho trovato un po’ più di disponibilità da parte delle organizzazioni professionali e delle varie voci della cooperazione che ho sentito singolarmente, questo, mi porta a pensare che si vada a breve alla soluzione del problema».
«Ma», precisa, «non ho ancora in mano gli elementi per la chiusura del cerchio, ci sto lavorando attivamente perché pare che questa volta sentendo tutti gli interlocutori ho riscontrato più buon senso che in passato».
Fin qui la posizione di Simoni, ma i diretti interessati come la pensano?
Per Gianluca Barbacovi presidente di Coldiretti è necessario ed urgente che il cda di Fem sia integrato il più velocemente possibile.
Dal canto suo Diego Coller, premette che chiunque siano i designati nel cda una volta nominati devono lasciar fuori dalla Fondazione Mach le rispettive bandierine e ragionare solo come membri del cda che fanno gli interessi dell’Istituzione che corrispondono poi a quelli del mondo agricolo. Coller prosegue: «Siamo preoccupati per l’assenza da troppo tempo dei rappresentanti del mondo agricolo nella gestione di quella che è la più importante fra le istituzioni che interessano al mondo agricolo. Di una Fem efficiente e perfettamente sintonizzata con il mondo agricolo abbiamo un grande bisogno per questo noi siamo pronti ad un confronto decisivo anche facendo tutti un passo indietro nell’interesse superiore dell’agricoltura pur di risolvere il problema».
Paolo Calovi che era stato il più critico sulle designazioni che si volevano fare un anno fa in quanto secondo lui ripetevano i nomi vecchi, afferma: «Sembra che finalmente si stia muovendo qualcosa nella giusta direzione, i segnali che arrivano sono positivi, e vanno nella direzione che può portare alla soluzione del problema della mancanza dei rappresentanti del mondo agricolo nel cda di Fem. Da parte nostra c’è la disponibilità ad incontrarci per individuare assieme una soluzione diversa dai vecchi nomi che ora che le altre organizzazioni danno un segnale di essere disponibili a fare un passo indietro», conclude Calovi.
La situazione si dovrebbe sbloccare anche data la disponibilità di Giacomo Broch presidente della Federazione degli Allevatori ma anche membro della Giunta di Coldiretti, che è pronto a fare un passo indietro, mette una sola condizione: che il settore zootecnico sia rappresentato in cda in quanto il comparto zootecnico trentino ha assoluta necessità che la sua voce sia portata dentro quell’organismo di governo di Fem dalla quale ci aspettiamo un forte supporto.
Anche Luigi Stefani vice presidente di Coldiretti non ha problemi a fare un passo indietro purché si arrivi presto ad un cda al completo nel quale il mondo agricolo torni ad essere protagonista. A questo punto cresce ancora di più il peso di Andrea Merz direttore amministrativo dimissionario del Concast Trentingrana nominato in quota alla Provincia dove vanta una grande amicizia con il presidente Maurizio Fugatti. C.B.