Fiori, in Trentino boom di vendite dopo un 2020 difficile
Gli addetti ai lavori: “Sono molti coloro che hanno riscoperto la bellezza del verde, dei giardini e degli orti”
TRENTO. Un anno fa i floricoltori ed i vivaisti erano disperati perché causa chiusura totale di ogni attività e di ogni movimento hanno dovuto buttare oltre 100 mila piante di fiori annuali tipici della primavera, particolarmente quelli pronti per marzo come le viole.
Nella sola floricoltura di Michele e Giuseppe Buccella di via Fersina a Trento, sono state oltre 20 mila le piante di viole buttate perché invendute. Ebbene, quest’anno dice Giuseppe: “Non ne abbiamo avuto neanche abbastanza per accontentare tutti i clienti che le hanno richieste. Ma anche gli altri fiori cominciando dai gerani man mano che la stagione si apre stanno avendo una richiesta ottima”.
Va detto che la qualità di tutte le piante da fiore di questo floricoltore, che vende principalmente all’ingrosso, è veramente bella. “Abbiamo avuto qualche problema con il freddo invernale ma poi la stagione è stata normale e le piante si stanno sviluppando molto bene conclude”, Michele Buccella.
Analogo anche il parere di Diego Coller presidente Confagricoltura del Trentino, alla quale fa capo anche l’associazione floricoltori. “Sono molti coloro che hanno riscoperto la bellezza del verde, dei giardini e degli orti. Siamo convinti che il lockdown ha fatto riscoprire il giardinaggio e visto che quest’anno non ci sono stati divieti a recarsi nelle floricolture e nei vivai, la domanda è stata costante e molto forte”. “Questo fenomeno positivo lo riscontriamo in tutti i floricoltori”, conclude Coller.
Mario Calliari presidente dell’Associazione floricoltori del Trentino, e titolare di una delle più grandi aziende del settore in quel di Volano, oltre 20 dipendenti, afferma: “Tutti i nostri soci, ma anche la nostra azienda, registrano quest’anno un grande interesse della domanda, e di conseguenza si sta lavorando molto bene. La qualità del prodotto trentino è generalmente molto bella ed i trentini hanno scoperto la loro passione per il pollice verde.” “Una cosa che riscontriamo è quella che c’è una forte richiesta di tutte le piante da cespuglio per i giardini, ma anche per le piante di piccoli frutti. Dopo l’esperienza negativa della prima parte della stagione del 2020, molte aziende quest’anno hanno ridotto lievemente la produzione ed anche per questo si assiste all’esaurimento di talune specie”,conclude Calliari.
Anche in un’azienda vivaistica storica come quelle di Sergio Windimian e del fratello, in quel di Lavis, confermano questa tendenza all’aumento della domanda. “Molte piante adatte per l’abbellimento di giardini e delle siepi, come le rose ma anche il lauro sono molto richieste, cosa che non si vedeva da anni. Sono piante che si prestano oltre che per giardini anche per terrazzi e poggioli e che salvo un rallentamento nei 15 giorni di freddo fatti fino a otto giorni fa, vedono una richiesta forte e costante”.