«Edilizia, basta controlli repressivi»
Gli imprenditori scrivono una lettera all’Azienda sanitaria: perché 540 visite nel nostro settore e solo 30 in agricoltura?
TRENTO. Cinquecentoquaranta visite ispettive nei cantieri edili previste nel corso del 2013, contro ad esempio alle trenta effettuate nel settore dell’agricoltura. E gli imprenditori del settore dicono basta firmando, tutti assieme, una dura presa di posizione contro la «repressione» nel settore. Nel mirino di Giulio Misconel (Ance Trento), Roberto De Laurentis (Artigiani) e Diego Schelfi (Federazione Cooperative) finisce così l’Azienda Sanitaria e la sua attività ispettiva, in momento di crisi che per l’edilizia sembra non finire più.
«In primo luogo teniamo a precisare, affinché ciò non sia in alcun modo messo in discussione, che la cultura della sicurezza del lavoro, soprattutto nella sua forma più pregnante e socialmente utile della formazione e prevenzione, è un valore per noi imprenditori edili trentini fondamentale e irrinunciabile, per cui riteniamo le attività ispettive dei vari enti e organi a ciò deputati (Inail, Uopsal ecc.) del tutto legittime e doverose», scrivono gli imprenditori. «Ciò premesso, dal budget 2013 dell’Uopsal emerge chiaramente l’incremento dell’obiettivo delle ispezioni nei cantieri edili dall’85% del 2012 ad oltre il 90% nell’anno corrente. Ciò significa oltre 540 visite nei cantieri. L’obiettivo di budget ci pare dunque sproporzionato, se raffrontato peraltro con i controlli effettuati in altri settori nei quali - si pensi all’agricoltura - l’incidenza degli infortuni sul lavoro, anche mortali, è particolarmente elevata e la cultura della sicurezza non sufficientemente presente.
Nel 2012 l’Uopsal ha effettuato “solo” 30 visite nel settore dell’agricoltura, peraltro la metà delle quali, ci risulta, eseguite a seguito di inchieste per infortuni. E’ vero che per il 2013 si prevede un incremento di controlli in tale settore, ma ci chiediamo comunque il perché di tale sproporzione rispetto all’edilizia.
E’ noto a tutti, e pensiamo che non possa non esserlo all’Azienda Sanitaria, che il settore dell’edilizia è sicuramente uno tra quelli maggiormente in crisi. Di fronte alla drastica diminuzione dei cantieri aperti appare paradossale, o quanto meno poco comprensibile, che venga programmato un sempre maggior numero di visite ispettive. Il rischio è che gli ispettori dell’Uopsal, per raggiungere il budget del numero di ispezioni, eseguano controlli ripetutamente sugli stessi cantieri, come dire “a tappeto”, senza verifiche mirate e quindi con dispendio di energie e risorse.
L’Azienda sanitaria ha dimezzato gli introiti derivanti dalle sanzioni, scesi da una media di circa 1.300 milioni di euro fino al 2011 a circa 680 mila nel 2012. Sono infatti notevolmente aumentati nel 2012 i casi di visite ispettive alle quali non ha fatto seguito l’elevazione di verbali. Se ciò sia conseguenza di una maggiore sicurezza nei cantieri edili, o al fatto che le ispezioni, come sopra ipotizzato, si ripetono sugli stessi cantieri (oppure ad entrambi i casi), si pone in ogni modo nuovamente l’interrogativo del perché incrementare ancora le ispezioni in edilizia.
Vorremmo sapere se gli importi derivanti dalle sanzioni amministrative vengono destinati dall’Azienda Sanitaria ad attività di prevenzione o vengono invece assunti a bilancio per “far quadrare i conti”. I dubbi che a tal proposito sorgono crediamo siano leciti, anche se ci auguriamo di essere smentiti.
Concludiamo con una richiesta. In questo terribile periodo per l’economia in generale e per il nostro settore in particolare, l’edilizia di tutto ha bisogno tranne che di azioni di repressione», concludono Misconel, De Laurentis e Schelfi.