Dorfmann paladino del Prosecco: «Stoppate la procedura per riconoscere il Prosěk»
L’europarlamentare altoatesino si schiera assieme all’ex ministro De Castro contro il progetto della Croazia: «Ora basta con questi abusi sui nostri prodotti d’eccellenza»
BOLZANO. Giù le mani dal Prosecco. «Non possiamo tollerare che la denominazione protetta Prosecco, una delle più emblematiche a livello Ue, diventi oggetto di imitazioni e abusi, in particolare nell'Unione europea». Così Paolo De Castro e Herbert Dorfmann, coordinatori dei Gruppi S&D e PPE alla commissione Agricoltura del Parlamento europeo, durante lo scambio di vedute con l'esecutivo UE, in merito alla procedura di riconoscimento della menzione tradizionale croata Prosěk.
«Di fronte alla richiesta di tutela di una menzione, Prosěk, che altro non è se non la traduzione in lingua slovena del nome 'Prosecco' – sottolineano De Castro e Dorfmann – sottolineiamo ancora una volta che il regolamento Ue sull'Organizzazione Comune dei Mercati agricoli stabilisca che le denominazioni di origine e indicazioni geografiche protette devono essere tutelate da ogni abuso, imitazione o evocazione, anche quando il nome protetto viene tradotto in un'altra lingua. Senza contare che, al momento della sua adesione all'Ue, la Croazia non aveva chiesto la protezione della denominazione 'Prosěk', consapevole del fatto che fosse in conflitto con la tutela riservata al nostro Prosecco».
«A seguito dell'approvazione preliminare della richiesta croata da parte della Commissione, ci auguriamo che lo scrutinio degli Stati membri e di tutte le organizzazioni e associazioni impegnate nella tutela delle nostre eccellenze agroalimentari - aggiungono gli europarlamentari PD e SVP – porti al più presto all'interruzione della procedura di registrazione. In caso contrario, si farebbe passare il messaggio pericoloso che la protezione di Dop e Igp nell'Unione possa essere facilmente aggirata tramite altri schemi, come le menzioni tradizionali, e indeboliremmo la posizione dell'Ue nel quadro di negoziati commerciali con Paesi terzi, tra cui quelli in corso con Australia, Nuova Zelanda e Cile, che già si oppongono alla protezione completa del 'Prosecco'».
«Per questi motivi - concludono De Castro e Dorfmann – chiediamo il supporto da parte di tutti gli Stati membri e attori coinvolti nella filiera viti-vinicola e delle produzioni di qualità, perché manifestino la propria opposizione entro i 60 giorni a disposizione a partire dal 22 settembre scorso, e rinnoviamo la nostra richiesta al commissario Wojciechowski di intervenire per scongiurare la protezione della menzione tradizionale 'Prosěk', e dimostrarsi al fianco dei nostri produttori nel rafforzamento delle Indicazioni geografiche, come richiesto peraltro dalla presidente Ursula von der Leyen».
Anche i produttori di vini a denominazione di origine di Italia, Francia, Spagna e Portogallo presenteranno opposizione alla domanda di registrazione della menzione tradizionale "Prosek" presentata all'Ue dalla Croazia. Lo scrive in una nota la Federazione europea dei produttori dei vini a denominazione di origine (Efow). L'organizzazione stigmatizza il fatto che la Commissione stia usando «gli argomenti degli oppositori delle indicazioni geografiche» e cioè che «l'etichettatura per i consumatori può garantire che non vi sia confusione. Tuttavia - prosegue la nota - non si tratta solo di ingannare i consumatori, ma soprattutto di diluire e sfruttare la reputazione e il riconoscimento costruiti da un'indicazione geografica e gli investimenti, compresi quelli realizzati per proteggere il nome. Per questi motivi - si conclude la nota - Efow e i suoi membri si opporranno alla protezione del termine "Prošek" come termine tradizionale».