Dopo 34 anni Rauzi si ricandida ancora
Ieri l’assemblea della Federazione. «Mi hanno chiesto di rimanere, abbandonare proprio ora sarebbe stato come fuggire»
TRENTO. Un fatturato di oltre 17 milioni di euro con un lievissimo calo nell’ordine dello 0,78% sull’esercizio precedente, è questo il dato più significativo del bilancio della Federazione degli Allevatori del Trentino che ieri ha celebrato presso la sede di Via Bettine la propria assemblea generale.
Ma la notizia dell’assemblea di ieri sta nel fatto che il presidente uscente dopo 34 anni a capo della Federazione, Silvano Rauzi si è candidato ancora nel cda su indicazione della sua valle. Spetterà a questo organo entro i prossimi 15 giorni procedere alla nomina del presidente ma visti i precedenti ci sono pochi dubbi sul fatto che Rauzi venga confermato. Lui è ben cosciente dell’impegno che aveva assunto tre anni fa all’inizio di questo triennio che questo sarebbe stato il decimo ma ultimo mandato triennale alla guida degli allevatori trentini, ma poi è prevalso almeno secondo lui «la scelta di rimanere almeno per un periodo in quanto un abbandono in questo momento potrebbe essere vista stato visto come una fuga nel momento in cui le difficoltà crescono, per questo rimango un po’».
Ma come vede la situazione del settore Rauzi? «Con discreto ottimismo, cosciente che vi sono problemi grossi e delicati da gestire con grande impegno cominciando dal Psr, alla ormai prossima scadenza, il prossimo marzo delle quote latte, al problema dei costi di mangimi, medici e carburanti sono in costante crescita. C’è un dato confortante: quasi tutte le stalle hanno un giovane che sta crescendo per prendere in mano l’azienda familiare».
Nel complesso il comparto zootecnico trentino tiene nonostante la crisi che ha portato ad un allentamento del prezzo del latte mentre i costi di produzione crescono. La produzione del latte nel 2013 è stata di 1,33 milioni di quintali ottenuti da poco più di 800 stalle con una media di poco meno di 50 capi a stalla e una produzione media a capo in costante aumento, ma in crescita è anche la percentuale di proteine mentre il grasso è stabile, la produzione ha superato mediamente i 74 quintali capo a lattazione contro i 58 del 1996. Il 50-55% del latte è stato trasformato in Trentingrana, il cui prezzo pur in lieve calo è stato di 0,631 cent a kg, contro i 0,48 di media per il fresco e quello trasformato in altri formaggi. Ma è pur sempre un prezzo maggiore di quello pagato in Lombardia con una media a kg di 0.388 euro. Sono alcuni dei dati contenuti nella relazione presentata dal neo direttore generale Claudio Valorz nominato dopo la discesa in politica di Mario Tonina.
«I buoni risultati dello spaccio, oltre tre milioni di fatturato con un più 6% nonostante il difficile momento, del Centro di Fecondazione Artificiale Alpenseme di Toss di Ton, del fotovoltaico e delle malghe hanno compensato il risultato negativo nella commercializzazione degli animali», ha ricordato ancora Valorz. A questo punto «servirebbe un ulteriore sforzo di Sait e Famiglie cooperative per incrementare sia la promozione che le vendite dei nostri prodotti» afferma la relazione del cda.
Nell’assemblea di ieri è stato rinnovato un terzo del cda sulla base delle proposte pervenute dalle Unioni di Valle e delle sezioni di razza. Due i nomi nuovi: Morandini Alberto al posto di Chenetti Ferruccio per il quale si è scoperta una incompatibilità dopo anni e Martinelli Marco al posto di Leonardi Paolo. Confermati il presidente uscente Rauzi, Paolo Cazuffi, Vittorino Covi, Tarcisio Fattor, Giuseppe Sieff e Paolo Zomer fra questi si dovrebbe a breve scegliere il sostituto di Rauzi se questo lascerà per davvero.