il punto

Agricoltori trentini alle prese con scarsa manodopera e concorrenza sleale straniera

Assemblea annuale dei soci di Confagricoltura, realtà che conta 2.200 aziende



TRENTO. L’impresa agricola e la redditività della stessa è stato il tema centrale intorno al quale sono ruotate tutte le relazioni presentate all’assemblea annuale dei soci di Confagricoltura Trento. Una realtà che secondo il presidente Diego Coller, conta su circa 2.200 aziende agricole trentine associate che coltivano più del 25% della superficie viticola e frutticola del Trentino. Una organizzazione professionale specializzata anche nella fornitura di servizi agli associati nelle tre sedi periferiche oltre che a Trento con più di 50 dipendenti e che organizza anche diversi settori minori dalle trote ai florovivaisti, al comparto ovi-caprino, agli apicoltori, agli asparagicoltori che producono120 milioni di PIL e 1500 addetti.

Parlare di sostenibilità economica delle aziende non vuol certo dire abbandonare la sostenibilità ambientale e sociale, ha subito precisato il presidente nella sua relazione. “La Politica Agricola deve tornare a perseguire quei principi che hanno ispirato i padri fondatori, per mettere a disposizione dei consumatori europei prodotti alimentari che siano salubri, ambientalmente e socialmente sostenibili ma nel contempo a prezzi adeguati che diano garanzia di reddito per i nostri agricoltori. Gli aiuti e le agevolazioni servono per ridurre i costi di produzione ha ricordato”.

Ma quali sono i problemi? Innanzitutto la sleale concorrenza di prodotti extra Ue prodotti con criteri e requisiti molto meno rigidi dei nostri. Più l’uso di fertilizzanti e di fitofarmaci non ammessi in Europa con maggiori rese che li rende maggiormente competitivi. “Il rischio – ha sottolineato Coller – è quello che si dia spazio alle grandi aziende straniere che puntano più sulla quantità che sulla qualità”.

In quest’ottica va vista la promozione delle eccellenze trentine sia per le qualità organolettiche, vera espressione del territorio, che per la loro salubrità. “Certo è – ha rivendicato - che non partiamo a mani vuote: quasi tutte le produzioni trentine sono certificate volontariamente con Global gap per la frutta, SQNPI per il vino, friend of sea per l’itticoltura”.

La promozione deve andare a braccetto con il turismo, per una promozione comune. In questa direzione si muove anche l’enoturismo grazie al forte supporto di Trentino Marketing. Iniziative come il Festival del Trentodoc potrebbero essere di esempio per promuovere tutte le eccellenze delle produzioni trentine. Confagricoltura sottolinea anche l’importanza del comparto zootecnico per il ruolo fondamentale che esso ha come presidio della aree marginali e delle zone montane.

La carenza di mano d’opera è uno dei problemi principali che colpiscono le nostre aziende secondo Confagricoltura, visto l’elevato monte ore necessario per le coltivazioni intensive. Considerato che è difficile trovare mano d’opera locale per il personale che viene da altri paesi dobbiamo mettere a disposizione gli alloggi. A questo proposito si conta sulle linee guida in fase di definizione a livello di Tavolo Verde.

Ma un’agricoltura più sostenibile comporta anche un forte supporto dell’innovazione e della ricerca: Fem ha in questo un ruolo centrale. Questo vale anche per efficientare al massimo l’utilizzo dell’acqua a fini irrigui. Nuove prospettive si aprono grazie all’autorizzazione dell’Ue alle tecniche TEA, per una evoluzione assistita che sono lo strumento migliore a disposizione dei ricercatori per il miglioramento dal punto di vista genetico delle produzioni agricole. Su questi temi sono intervenuti all’assemblea i ricercatori Fem e Consorzio innovazione Vite.

Ma i produttori devono fare i conti anche con patologie come flavescenza, legno nero e scopazzi, che se non controllate costantemente rischiano di diventare devastanti per la viti-frutticoltura trentina, ha ricordato Coller.

L’assessore Giulia Zanotelli ha assicurato su questi temi il pieno sostegno della Provincia, come sul tema della salvaguardia del reddito compromesso dalle avversità con un adeguato sostegno al Co.Di.Pr.A. per il potenziamento oltre che della difesa passiva, mentre le aziende devono implementare anche la difesa attiva.

Intervento a tutto campo quello del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che ha ricordato fra l’altro il forte impegno a Bruxelles dove si decide gran parte della politica agricola.













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