La risonanza magnetica urgente? «Respinta» dal medico
La segnalazione: «Nonostante un Rao B con esame da fare entro 10 giorni un medico dell’Asl ha risposto che quella tecnologia non era la più idonea. E così ho dovuto pagare 250 euro per fare l’esame privatamente». Avete una segnalazione? Mandate una mail a dilloaltrentino@giornaletrentino.it oppure mandateci un messaggio in direct sulla nostra pagina Facebook
TRENTO. Con una ricetta «Rao B» la prestazione sanitaria dovrebbe essere garantita in regime di sanità pubblica entro massimo 10 giorni. Un codice che significa urgenza, un codice prescritto da un medico che dall’esito veloce di un esame può dare importanti indicazioni sullo stato di salute del paziente.
A volte però la garanzia di un tempo breve, così come prescritto dalla ricetta, non viene assicurata ed ecco che per i pazienti, ovviamente preoccupati da una situazione sanitaria non normale, diventa quasi obbligatorio appoggiarsi alla sanità privata per riuscire ad avere l’esame in tempi brevi.
Nell’ultimo periodo ce ne siamo occupati più volte, sia nel caso di un «Rao B» per una risonanza magnetica, sia nel caso di un elettrocardiogramma urgente, sia nel caso di una visita neurologica. In tutti questi casi, la soluzione di affidarsi alla sanità privata è stata l’unica per riuscire a superare l’impasse.
Ora a segnalare un nuovo caso a “Dillo al Trentino” è Maria, che ha inviato una mail a dilloaltrentino@giornaletrentino.it per raccontare ciò che le è capitato.
LA MAPPA INTERATTIVA DELLE SEGNALAZIONI
«Buongiorno, scrivo per segnalare anche io la mia disavventura con la radiologia trentina.
In seguito ad un trauma al ginocchio ai primi di febbraio, in pronto soccorso mi prescrivono una risonanza magnetica in Rao B, mi bendano la gamba e mi raccomandano riposo finché l’ortopedico non mi rivede.
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Prenoto l’esame con il Cup e quando telefono mi rispondono che verrò contattata direttamente dal reparto per la data.
Pochi giorni dopo mi chiamano per avvisarmi che il mio Rao è stato “respinto” e che la prima data disponibile è alla fine di marzo, cioè quasi due mesi dal mio trauma al ginocchio, e arrivederci e fine della comunicazione.
A quel punto mi informo meglio e scopro che c’è un ufficio dell'Asl a cui fare il mio reclamo. Scrivo immediatamente per avere chiarimenti sul criterio del rifiuto e il giorno dopo mi risponde un addetto.
La risposta è che il medico radiologo “ha facoltà di respingere l’esame per potere offrire la tecnologia più idonea”, e che rimangono a mia disposizione per ulteriori dubbi.
A questo punto rispondo che il Rao è tempistica e non certo tecnologia e che non mi hanno dato una risposta vera.
Ad oggi aspetto ancora i loro chiarimenti e a questo punto credo che non arriveranno mai. In compenso ho speso 250 euro per fare la risonanza magnetica in regime privato e relativa visita ortopedica per trattare il mio trauma.
Ma chi mi ripaga della spesa, oltre che del tempo perso per cercare di risolvere la situazione?», conclude sconsolata Maria.
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