«A Trento troppi limiti di velocità a 30 all’ora anche quando non ce n’è il bisogno»
La segnalazione: «Da Madonna Bianca a Villazzano, a volte le decisioni sembrano prese senza buonsenso». Avete una segnalazione? Mandate una mail a dilloaltrentino@giornaletrentino.it
TRENTO. I limiti di velocità, soprattutto quelli bassi nei centri abitati, continuano a fare discutere. Nel mirino, spesso, ci sono le decisioni di portare il limite a 30 all’ora in zone particolarmente pericolose, dove pedoni, bici, moto e auto transitano assieme in uno spazio molto ristretto.
Ma è sempre così? No, secondo Riccardo che ha inviato una mail a dilloaltrentino@giornaletrentino.it per sottolineare alcune storture, a suo modo di vedere, che ci sono a Trento sul tema dei limiti di velocità.
Ecco cosa scrive Riccardo: «Buongiorno, non sono concorde con le scelte politiche che stanno facendo sulla viabilità i nostri amministratori.
Stanno distribuendo a caso cartelli di velocità massima di 30 all’ora, 40 al’ora (15 a Martignano, addirittura) in qualsiasi zona, senza pensare a chi quella strada deve farla tutti i giorni nelle ore più caotiche.
LA MAPPA INTERATTIVA DELLE SEGNALAZIONI
L'esempio più eclatante è la salita da Madonna Bianca verso il bivio con la provinciale della Fricca, dove a fronte di un limite di 30 all'ora, ci sono sia marciapiedi che carreggiate abbastanza larghe per superare le bici.
Inoltre tra Povo e Villazzano è stato ultimato un marciapiede abbastanza largo per ciclabile e pedoni, che già c'era nella corsia di destra della carreggiata e bastava allargarlo.
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Inoltre si sta assistendo a una feroce e indiscriminata riduzione delle carreggiate (Non sanno che le macchine sono sempre più larghe? Non sanno che i manubri di certe bici arrivano a 70/75 cm? Non sanno che gli ultimi autobus che hanno preso stanno al limite della segnaletica orizzontale?).
Inoltre la riduzione delle corsie, la eccessiva presenza di isole spartitraffico, la continua presenza senza senso di limiti di velocità variegati, la presenza di dossi rallentatori poco legali portano solo a distrazione e maggiori cause di incidente. Quanta attenzione è necessaria per percorrere un tratto con variazione di limiti? Ci sono degli studi?
Secondo me è inutile conciliare auto bici e pedoni nello stesso tragitto, occorre separare le cose, un pezzo di questo, di quello non serve a nulla. Un esempio può essere quello di via Brennero, dove la ciclabile è separata dai cavalletti. Dove non c'è posto è inutile ostinarsi.
E poi mi domando: queste variazioni in certi luoghi, da quante persone sono state chieste?
Ad esempio la recente riduzione di Via Bassano da due corsia e mezza a due (strette) per la quale si rende necessaria la larghezza sia per favorire il sorpasso dei veicoli lenti (che sono tanti e non penso serva ricordare le code chilometriche prima della galleria) sia perché deve essere uno sfogo alla chiusura della galleria, da chi è stata decisa? Cosa pensano di ottenere creando colonne, traffico e spazientendo le persone che stanno con l'orologio in mano perché non hanno possibilità di altre scelte? Quante sono le persone che hanno chiesto ad esempio la riduzione di Via Bassano, quante sono quelle che hanno chiesto il doppio marciapiede ciclabile e pedonale tra Povo e Villazzano?
Scusate se mi sono dilungato, ma certe scelte mi sembrano frustrazioni da logiche verso un ideale di transizione ecologica che non ha senso nella vita quotidiana. Ci sono altri modi per seguire la transizione ecologica, non accanirsi contro le automobili e le strade. E poi non tutti possono usare i mezzi pubblici o le bici per andare a lavorare, se no già una buona parte lo farebbe per conto proprio.
Grazie per il servizio che proponete», conclude Riccardo.
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