Caravaggio, Tiziano e l’arte “nascosta” della Val Passiria 

Da oggi la mostra alle Gallerie di Piedicastello. Fotografie, filmati e corrispondenze  nel pieno del conflitto mondiale tra il 1944 e il 1945 e le storie dei tesori artistici degli Uffizi di Firenze portati dai tedeschi in Alto Adige e consegnate solo all’ultimo agli americani


Katja Casagranda


Trento. Perché e come le opere d’arte arrivano in Alto Adige? Perché la Passiria è stata scelta come luogo per ricoverare delle opere d’arte? Quali capolavori si trovavano tra queste? E poi: possibile che si trattasse di un tentativo di trafugamento sotto mentite spoglie? Partendo da queste domande la mostra “Uffizi in Passeier. Chi protegge l’arte in guerra?” si impegna a ricostruire quella che risulta una vicenda fuori dall’ordinario in cui si intrecciano e ricamano avvenimenti di storia locale e capolavori d’arte di fama mondiale.

Dopo essere stata in allestimento fra settembre del 2018 e ottobre del 2019 al Museo della Val Passiria di San Leonardo in Passiria, la mostra da oggi, mercoledì 1 luglio, è visitabile a Le Gallerie di Trento. L’allestimento curato e prodotto dal Museo Passiria prevede il riallestimento a Trento in ambito del programma di collaborazione istituzionale fra i due Musei e sarà visitabile fino al 1 novembre 2020.

I visitatori potranno immergersi fra fotografie e filmati storici in un viaggio nel tempo che riporta in pieno conflitto mondiale agli anni 1944-1945.

Il percorso è incentrato sulle due prospettive che si alternano attraverso gli attori che le rappresentano: il Deutscher Kunstschutz difende il trasferimento delle opere d’arte definendolo un’azione di salvataggio dagli attacchi aerei degli americani, la US-Army mette in evidenza il recupero delle opere d’arte dalle mani dei tedeschi che intendevano trafugarle.

Sulla base di brani estratti da atti, lettere e diari, i curatori della mostra, Judith Schwarz e Albert Pinggera, avvicinano le persone coinvolte nei fatti: su due scrivanie si trova la corrispondenza ufficiale e privata per attirare l’attenzione sulle difficoltà da superare, sulle esperienze particolari e sulla responsabilità immensa nell’aver a che fare con opere d’arte di rilevanza mondiale.

Da un lato la mostra racconta le storie che si svolgono attorno al deposito dell’epoca con capolavori di artisti quali Rubens, Tiziano, Caravaggio, Cranach e Botticelli e inscena le riproduzioni dei dipinti a grandezza originale. Dall’altro, nel percorso trilingue, emergono anche altre domande cruciali e attuali: la propaganda culturale della guerra mondiale si è radicata nelle nostre menti? A chi appartiene il patrimonio dell’umanità? Si può proteggere un’identità culturale?

Il contesto storico in cui si muovono le premesse della futura mostra è quello dell’estate del 1944 in pieno periodo bellico in cui gli Alleati si trovano vicini alla vittoria spingendo l’armata di Hitler in Italia alla ritirata.

I tesori artistici di Firenze, che per paura dei bombardamenti erano stati trasferiti in chiese, conventi e ville fuori città, corrono il pericolo di essere distrutti o saccheggiati nella confusione dei combattimenti. Il Deutscher Kunstschutz, una sezione dell’amministrazione militare tedesca per la tutela dei beni culturali nell’Italia occupata, sgombera i depositi e porta le opere d’arte in Alto Adige. Queste opere dell’arte mondiale devono essere protette in località remote nella zona prealpina. Qui, dove le opere d’arte sono ancora in territorio italiano, ma saldamente in mano tedesca, viene scelto un ex edificio giudiziario come deposito per i capolavori del valore di svariati milioni di euro.

I dipinti, trasportati senza imballaggio sui camion, protetti solo da paglia e coperte di lana, raggiungono la loro destinazione dell’agosto 1944 e vi rimangono per sei mesi scarsi.

Poco prima della fine della guerra il generale Karl Wolff, comandante in capo delle SS in Italia, ordina di consegnare le opere d’arte solo ed esclusivamente agli americani. La 5th US-Army prende in consegna i dipinti nel maggio 1945 e nei due mesi successivi lavora alacremente per catalogare e imballare le 293 opere in casse di legno realizzate allo scopo. In luglio le opere ritornano a Firenze su un treno accolte a Firenze dalla città in festa.

Orari. Da martedì a domenica, ore 10.00-18.00, Le Gallerie di Piedicastrello. Lunedì chiuso. Ingresso libero.













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